mercoledì 31 gennaio 2018

Spiritualità dal Basso (ultima Parte)

Buon pomeriggio,
eccoci qui con l'ultima parte del libro del gruppo di lettura condivisa.
Il prossimo verrà gestito diversamente ovvero, un live nel gruppo e un solo post qui con tutte le riflessioni scaturite del gruppo principale.
I n questa occasione, nonostante le pagine siano molte, le riflessioni sono piuttosto sintetiche poichè alla fine nel libro vengono ripetute sempre le stesse cose già dette in precedenza, c'è si l'aggiunta di citazioni ed esempi ma andrebbe letto tutto per cui fare delle riflessioni porterebbe a citare intere pagine.
Per cui iniziamo subito.

In queste pagine viene spiegato come la SB (spiritualità dal basso) sia fondamentale per un percorso di crescita e di cambiamento interiore, è il mezzo che ci porta a capire e cercare Dio nelle nostre passioni, nella malattia, nelle ferite e quando ci sentiamo impotenti.
Nel momento in cui accetto e cerco di comprendere un atteggiamento sbagliato, allora sono sulla strada giusta; nel momento in cui condanno un atteggiamento senza chiedermi il perchè provi quel sentimento sbagliato o mi comporti in un certo modo allora non potrò mai pensare di avere un rapporto sincero con Dio.
Le cose sbagliate non vanno sradicate senza comprenderle altrimenti ricresceranno dopo poco tempo, oltre a mentire a noi stessi.

La SB ha 3 vie:
- Dialogo con i pensieri e sentimenti
- calarsi in profondità nelle emozioni e passioni
- capitolazione davanti a Dio.
Per cui gli istinti non vanno dominati ma trasformati e per farlo vanno compresi.

Un esempio è la malattia... nessuno vorrebbe ammalarsi, tutti vorremmo la piena salute per poter fare sempre qualcosa, essere sempre operativi etc...
Ma la malattia è anche un segnale, il nostro corpo in qualche modo deve mandarci dei segnali per farci capire che stiamo esagerando, abbiamo bisogno di una pausa,... dovremmo ringraziare il nostro corpo perchè tutto sommato ci aiuta, ci obbliga magari a stare a letto per riposare quando magari senza quel mal di testa o quel dolore non ci saremmo mai fermati magari ignorando cose più importanti.
C'è un esempio di malattia che mi riguarda, "L'allergia mi potrebbe costringere a vivere in modo disciplinato, a vivere io stesso anzichè essere vissuto" ed è verissimo... ci sono passata a ci sto passando con problemi di salute piuttosto importanti ma grazie a questi problemi ho rivisto la mia vita, l'ho rivalutata, la sto impostando in modo molto diverso.. ho persino imparato a chiedere aiuto, cosa impensabile per me nonostante 3 figli...
La spiritualità dal basso ci porta a riflettere su ciò che viviamo; la spiritualità dall'alto invece  ci farebbe pensare che se fossimo vissuti in modo giusto, non sarebbe accaduto...  errore enorme questo pensiero.

Altro tema riguarda le ferite e i traumi subiti, ogni persona affronta in modo diverso le ferite ma lasciano a chiunque un segno che venga o meno sotterrato e chiuso a chiave è un discorso diverso.
La cosa uguale per tutti riguarda il portarne i segni in atteggiamenti, e magari anche problemi fisici e di salute che sono dopo aver analizzato il problema si scopre che risalgono a quel trauma o ferita.
In un altro post avevo parlato proprio di alcune ferite piuttosto grosse vissute e lo trovare QUI.

La cosa che mi è piaciuta molto di quest'ultima parte riguarda la spiritualità dal basso nelle comunità, in cui spiega come una guida spirituale sia importantissima e come ogni sacerdote deve dirigere le anime servendo i diversi caratteri.
"La guarigione avviene grazie alla dedizione svolta da chi si prende cura, si abbassa e si adatta all'ammalato"
La trovo una frase splendida che andrebbe utilizzata come stile di vita con chiunque incontriamo.
La SB è un cammino di umiltà (come atteggiamento religioso) come espressione dell'esperienza di Dio e della nostra realtà, un cammino di trasformazione che avviene quando ci riconciliamo con ciò che siamo.

Concludo con un'altra frase splendida:
"L'umile non disprezza il fratello o la sorella, ma vede in loro Cristo"; va rispettato il mistero dell'altro, non possiamo pretendere che ogni persona si comporti come vogliamo noi ma dobbiamo capire l'altro, avere l'umiltà di dire "ok, non è come vorrei ma è pur sempre un fratello o una sorella in Cristo e questo è un dono".

Vi riporto un commento a vangelo di ieri scritto da Luigi Maria Epicoco Ft

C’è una donna che da dodici anni soffre di una malattia inguaribile. E poi c’è una bambina di dodici anni che a causa di una malattia muore. Il tempo della vita di questa bambina è proporzionale al dolore che quella donna ha passato nel tentativo vano di guarire. C’è un papà disperato, Giairo, che si butta ai piedi di Gesù: “«La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui”. Poi c’è la fede di questa donna: “«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male”. Ma il miracolo non è guarire, il vero miracolo è incontrare Cristo attraverso quella malattia: “Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». (…) Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male»”. La lezione è immensa: ciò che conta è non sprecare quella sofferenza, perché potrebbe diventare il motivo per cui si incontra il senso stesso della vita, che per un credente ha un nome e un cognome: Gesù Cristo. Quei dodici anni non sono stati inutili, ma in una maniera misteriosa hanno condotto questa donna a trovare il volto del senso della vita stessa. Questo insegnamento però ha un alto prezzo: la figlia di Giairo muore senza che Gesù sia riuscito ad arrivare in tempo: “«Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!»”. Giairo si fida, Gesù le ridà la figlia viva, e così è chiara anche la seconda lezione: credere è saper disobbedire all’evidenza della morte. Chi ci manca non lo abbiamo perduto per sempre, a patto però che nel frattempo (di questa vita) ci fidiamo di Gesù che fa quel tratto di strada mancante con noi. #dalvangelodioggi

Grazie a tutte perchè ho avuto l'opportunità di riflettere ancora di più su questo libro.
A presto
Cristina

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