domenica 30 dicembre 2018

Te Deum, ringrazia e pianifica.



L'anno volge al termine, in queste ore che ci separano dall'anno nuovo è inevitabile iniziare a tirare le somme di ciò che abbiamo vissuto in questi 365 giorni e per me è sempre stato un momento triste.
Nulla a che vedere con il momento religioso, quello esula dalla mia tristezza, semplicemente si pensa a cosa è accaduto, si ricorda chi non c'è più, eventuali perdite e si tira una riga per provare a ripartire da zero, spesso con ottimi propositi e idee sapendo che non verranno quasi considerati.
Probabilmente è proprio il fatto che si fanno progetti che si sa non verranno portati a termine che crea questa tristezza, diventa un circolo vizioso .
Un circolo vizioso a cui un rimedio c'è ed è anche piuttosto semplice, pianificare senza pretese il minimo indispensabile.

Ma  partiamo con ordine, ovvero dalla fine....
La fine dell'anno dal punto di vista religioso è prima di tutto un momento di ringraziamento, attraverso il Te Deum Laudamus, un inno di ringraziamento che viene cantato la sera del 31 dicembre per ringraziare dell'anno appena passato.
Non sto a raccontare la storia di questo canto ma a quanto pare è molto antico, si parla della fine del IV secolo intonato anche da Sant'Agostino il giorno del suo battesimo.
Onestamente conosco il Te Deum da pochissimo, quando ero piccola non ne ho mai sentito parlare, una volta allontanata dalla chiesa men che meno, per cui ci sono cose che "scopro" e vivo tardi perchè ci arrivo con calma... meglio tardi che mai!

Per chi come me ha scoperto da poco questa tradizione e non sa bene cosa contenga ecco un breve riassunto in tre punti o parti:
-La prima, fino è una lode trinitaria indirizzata al Padre; molto simile ad un'anafora eucaristica, contenendo il triplice Sanctus. (arriva fino a Paraclitum Spiritum)
-La seconda parte è una lode a Cristo Redentore. (da Tu rex gloriæ a sanguine redemisti)
-L'ultima è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi. (da Salvum fac,)
Comunemente viene cantato a cori alterni: presbitero o celebrante e il popolo.

La versione del Te Deum in italiano e latino la trovate a questo link.

Ringraziare il Signore, un gesto che per molti è normale, per altri inusuale perchè troppo abituati a chiedere, chiedere, chiedere... 
C'è qualcosa di male nel chiedere? assolutamente no, proprio nel Vangelo troviamo queste parole:
"Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.."
Per cui chiedere è ben accetto dal Signore, però anche ringraziare è una cosa da fare e per chi non ha questa abitudine, il Te Deum è un ottimo momento per fare il punto della situazione e ringraziare il Signore.

C'è sempre un motivo per ringraziare, nonostante momenti bui, perdite, dolore, c'è sempre qualcosa per cui ringraziare, anche solo per il fatto che il Signore non ci abbandona mai ed è sempre accanto a noi per sostenerci nella prova e nella disperazione.
Ringraziare anche nelle giornate "normali" che sembra non abbiano nulla di speciale per il solo motivo di essere al mondo, aver trascorso del tempo con chi amiamo e aver goduto di ogni secondo della giornata.

Il mio Te Deum personale ad una prima riflessione sembra cortissimo, ma rivedendo ogni attimo di questo anno trascorso ho tanto, tantissimo per cui ringraziare nonostante ad un primo bilancio l'anno sia stato molto pesante sotto molti punti di vista.
Parlandone con mio marito, gli ho detto che avrei bisogno di un attimo di tregua dalle troppe preoccupazioni, la sua risposta è stata semplice è utile "la tregua dobbiamo crearcela noi, facciamo fatica a riconoscere i momenti di tregua perchè non siamo più abituati, può essere l'ora in cui guardiamo un film con i bambini senza pensieri, può essere una cena in cui chiacchieriamo..."
Ed è verissimo, se ci abituiamo a correre, fare mille cose etc, non riusciamo più a distinguere la calma quando in realtà la viviamo senza rendercene conto.
Magari condividerò con voi uno stralcio alla fine del post o direttamente su fb...

Se in ordine la prima cosa da fare è ringraziare l'ultimo giorno dell'anno, la seconda cosa è pianificare l'anno nuovo!
Si, agenda alla mano oppure un quaderno o un foglio, pianificate il vostro anno il che non significa predisporre degli obiettivi difficili da raggiungere, ma piccole cose facilissime e che possono sembrare banali per poi progettare strada facendo cose più "grandi".

Volete una piccola lista per prendere degli spunti?
Eccola!
- Scegli il tuo Santo protettore per l'anno nuovo, affida la tua famiglia e pregalo ogni giorno oltre ad informarti e leggere ogni cosa si possa trovare su di lui. 
Potete pescare un nome da una lista oppure tramite un sito che utilizzo da molti anni, dopo aver pregato avrete il vostro Santo protettore. (CLICCATE QUI)

- Scrivete il nome del vostro protettore su un foglietto e appendetelo in bella vista come promemoria per rivolgervi a lui quotidianamente. 

- Scegliete un Santuario da visitare durante l'anno, informatevi e andateci quando lo ritenete il momento giusto, ne basta uno.

- Vivi a pieno i Sacramenti, cerca di confessarti a cadenza regolare, appuntando sull'agenda o calendario avrete un utile promemoria.

- Ritagliatevi del  tempo per pregare con la vostra famiglia.

- Leggete il vangelo quotidianamente, mentre fate colazione, appena svegli, mentre andate al lavoro (se non utilizzate l'auto), ci sono anche applicazioni comode per poter leggere ovunque appena avete 2 minuti di tempo.

- Mettete la lista appesa in cucina o in un posto che per voi possa essere ben visibile, certe volte le troppe cose da fare mettono a dura prova la memoria per cui un appunto visivo è utilissimo.

- Appuntate delle riflessioni in un quaderno di preghiera, cercate di mantenere questo "appuntamento" con il Signore qualche minuto durante la settimana oppure se proprio non avete tempo potete crearvi un appuntamento mensilmente per fare una specie di riassunto mensile. 
Non è la stessa cosa ma meglio partire da piccoli passi. Trovate QUI il post riguardo il prayer journal.

- Provate a fare almeno una novena durante l'anno.

- Ringraziate il Signore ogni sera per ciò che avete vissuto in quella giornata.

- Per le più "brave" anche recitare il Santo Rosario secondo le proprie possibilità può essere inserito nella lista, ma di quello parlerò in un nuovo post un po particolare...

Non dovete fare tutto! 
Chi riesce ok, va benissimo ma non impazzite e soprattutto non caricatevi troppo perchè il Signore non guarda alla quantità di cose che fate, meglio che ne fate poche ma fatte bene, che troppe fatte in modo frettoloso e distratto.

Nel calendario o agenda all'inizio di ogni mese potete scrivere cosa vorreste fare anche in base a cosa/chi quel mese è dedicato, non riuscite a farlo? ok, lo spostate al mese successivo, per questo è meglio fare programmi mese per mese.
Pianifico gennaio, ok, a fine mese tiro le somme e pianifico febbraio sulla base di quello che è accaduto, imprevisti etc..
Voglio leggere 20 libri durante l'anno? facciamo che ridimensiono a 5.
Raggiungo l'obiettivo? bene, aggiungiamone altri 5...
Voglio pregare il Rosario tutti i giorni? ok,iniziamo con 1 a settimana e vediamo come va..ho sempre tempo per aumentare la frequenza.
E cosi via... Vedrete che non sarete sopraffatte dalle troppe cose perchè gli imprevisti non si possono comandare o annullare o prevedere per cui è inutile fare progetti a lungo termine... i tempi di Dio non sono i nostri.

Te Deum Personale.

Ti ringrazio Signore per ogni attimo dell'anno appena passato,
per avermi fatto intravedere la luce in fondo al tunnel per la mia salute pessima.
Ti ringrazio per il solo fatto di avermi permesso di stare accanto ai miei figli.
Ti Lodo per il fatto di avere accanto un uomo come mio marito, perchè nonostante le incomprensioni, l'amore risolve ogni cosa.
Ti Lodo per le discussioni con le sorelle in Cristo perchè mi hanno aiutata a cambiare, a capire i miei errori e a mettere l'altro prima del mio orgoglio.
Ti Lodo per avermi avvicinata a mio Padre.
Ti Lodo e per ciò che ho dovuto subìre da mia madre, perchè tutto questo mi ha permesso di avvicinarmi ancora di più a Te e spero possa essere utile soprattutto a lei.
Ti ringrazio per avermi donato un Padre Spirituale.
Ti Lodo per i problemi di mia figlia con le insegnanti perchè mi hanno permesso di aprire gli occhi e di tirare fuori i lato materno che stavo sopprimendo...
Ti Lodo e ti ringrazio per ogni momento difficile perchè motivo di crescita e cambiamento.
Ti Lodo per le sorelle in Cristo che ho trovato, quelle che ho perso e quelle che troverò.
Ti Lodo perchè sei sempre accanto a me.

Auguro a tutti un buon ultimo dell'anno e un nuovo anno ricco di amore donato e ricevuto, se date voi stessi per gli altri anche nei momenti bui, l'amore non mancherà mai.
Un forte abbraccio.
Cristina.

mercoledì 12 dicembre 2018

Avvento in musica: Adeste Fideles.



Questa settimana vi parleremo di una canzone che chiunque conosce, grandi e piccini... 
ADESTE FIDELES.

Non esiste coro che non abbia nel repertorio natalizio questo canto, almeno in una delle numerose armonizzazioni che ne sono state fatte. 
Cosi come non c'é chiesa nella quale l'intera Assemblea non lo canti a gran voce il giorno di Natale.

La storia di Adeste Fideles ( Venite Fedeli), è sempre stata avvolta nel mistero e ancora oggi purtroppo non si riesce a stabilire con certezza chi possa essere l’autore di testo e musica del tradizionale canto.
Inizialmente il testo fu attribuito a San Bonaventura, uno studioso italiano del XIII secolo, mentre in altri momenti storici, a vari monaci portoghesi, tedeschi, spagnoli e cistercensi.
La musica invece è stata attribuita a molti compositori tra cui i musicisti inglesi John Reading, padre e figlio, Handel e Marcos Antonio da Fonesca (1762-1830) un musicista portoghese, fino ad arrivare al musicista britannico John Francis Wade.

Ma chi è John Francis Wade?
E' un religioso cattolico nato presumibilmente nel 1711 in Inghilterra e morto il 16 agosto 1786 a Douai in Francia.
Wade si guadagnava da vivere copiando e vendendo semplici canti e altre musiche,  e insegnando latino e canti religiosi. 
Fu proprio grazie alla copia di Wade che il canto Adeste Fideles è diventato popolare.
Copia prodotta nel 1743, forse già nel 1740 le cui parole e musica appaiono in cinque manoscritti; il manoscritto Jacobite scritto attorno al 1740-1744, secondo gli editori del New Oxford Book of Carols, sembra sia la prima copia conosciuta scritta dalla penna di Wade.
Poi troviamo una versione simile in The Adeste Fideles: A Study On Its Origin and Development di Dom Jean Stéphan (Devon, Inghilterra: Buckfast Abbey Publications, 1947). 
La copia che appare in questo studio fu trovata dal reverendo Frost nel 1946 ed è l’unica in cui manca la firma di Wade.
Altra copia la troviamo allo Stonyhurst College, Lancashire, 1750. 
In questo caso è la versione trovata in Cantus Diversi pro Dominicis et Festis di John Francis Wade, il cui titolo è mutato in "In Nativitate Domini Hymnus". 
Secondo il curatore della biblioteca dello Stonyhurst College, nella prima riga è scritta Adeste Fideles (e non Adeste Fidelis come si pensava).

Stephan sostiene che Wade scrisse sia le parole che la musica, raccogliendo molti fatti riguardanti i manoscritti stessi.
Nell’esaminare il manoscritto Jacobite, Stephan arrivò al punto di studiarne persino le filigrane, che furono identificate da un esperto e datate tra il 1720 e il 1750, per cui tutto corrispondeva alla mano di Wade.
Notò che la versione di Adeste Fideles nel manoscritto di cui abbiamo parlato sopra, differiva in alcuni aspetti materiali rispetto alle altre versioni conosciute, ovvero nel ritornello che è cambiato da “Venite adorade” a“Venite adoremus” oltre ad essere stato scritto in 3/4, mentre tutte le versioni successive sono scritte in 4/4. 

Il testo Adeste Fideles o Venite Fedeli; originariamente Wade scrisse quattro strofe di Adeste Fideles negli anni ’40.

Adeste fideles laeti triumphantes,
Venite, venite in Bethlehem.
Natum videte Regem Angelorum:
Venite, adorate: Venite, adorate
Venite, adorate Dominum.


Ma nel 1822 furono aggiunti altri tre versi da Abbé Jean Francois Borderies (1764-1832) quando furono stampati nel suo Office de St Omer. 
Si narra che Borderies ascoltò l’inno cantato mentre era in esilio in Inghilterra nel 1793 e scrisse le tre strofe aggiuntive dopo il suo ritorno in Francia nel 1794. 
Inoltre un altro versetto latino fu scritto da un autore sconosciuto ma di origini forse galliche e stampato in Belgio intorno al 1850 e a Parigi intorno al 1868; la prima riga è Stella duce, Magi.

Adeste fideles læti triumphantes,
venite, venite in Bethlehem.
Natum videte Regem angelorum.
Venite adoremus Venite adoremus
Venite adoremus Dominum.

En grege relicto humiles ad cunas,
vocati pastores adproperant,
et nos ovanti gradu festinemus.
Venite adoremus, Venite adoremus,
Venite adoremus Dominum.

Æterni Parentis splendorem æternum,
velatum sub carne videbimus,
Deum infantem pannis involutum.
Venite adoremus, Venite adoremus,
Venite adoremus Dominum.

Pro nobis egenum et fœno cubantem
piis foveamus amplexibus;
sic nos amantem quis non redamaret?
Venite adoremus, Venite adoremus,
Venite adoremus Dominum.


La quarta strofa, di autore anonimo, scritta per l’Epifania

Stella duce, Magi
Christurn adorantes,
Aurum, thus, et myrrham
Dant munera.
Jesu Infanti
Corda praebeamus
Venite adoremus Dominum.


La canzone venne tradotta in inglese molte volte, la prima conosciuta è del 1789 e iniziava con "Come, faithful all, rejoice and sing". 
Nel 1892 c’erano oltre 38 traduzioni!!

La traduzione più popolare di Adeste Fideles in inglese è quella del prete inglese Frederick Oakeley, nato il 5 settembre 1802 a Shrewsbury, nello Shropshire, in Inghilterra. 
In origine, la prima riga cantava "Ye faithful, approach ye", questa versione non venne mai pubblicata ma fu molto utilizzato nella Margaret Chapel tanto che lo portò ad una popolarità diffusa.
Questa nuova versione fu stampata nell’Altar Hymnal nel 1885 come "Ye Faithful, Approach Ye" e divenne la base della versione stampata in The English Hymnal (# 614, 1906) che poi diventò lo standard di questa christmas carol conosciuta come "O Come All Ye Faithful".

Testo di O Come All Ye Faithful

O come, all ye faithful,
Joyful and triumphant,
O Come ye, O come ye, to Bethlehem.
Come and behold Him,
Born the King of Angels;

Chorus
O come, let us adore Him,
O come, let us adore Him,
O come, let us adore Him, Christ the Lord.

God of God,
Light of Light,
Lo! he abhors not the Virgines womb;
Very God, Begotten not created. Chorus

See how the shepherds,
Summoned to His cradle,
Leaving their flocks, draw nigh with lowly fear;
We too will thither
Bend our joyful footsteps: Chorus

Lo! star-led chieftains,
Magi, Christ adoring,
Offer Him frankincense, gold, and myrrh;
We to the Christ child,
Bring our hearts’ oblations: Chorus

Child, for us sinners
Poor and in the manger,
Fain we embrace Thee,
With awe and love;
Who would not love Thee,
Loving us so dearly? Chorus

Sing, choirs of angels,
Sing in exultation;
Sing, all ye citizens of heaven above!
Glory to God,
In the highest; Chorus

At the entrance into the choir. Unison.

Yea, Lord, we greet Thee,
Born this happy morning;
Jesu , to Thee be glory given;
Word of the Father,
Now in flesh appearing. Chorus


Ecco ora la versione in italiano di Adeste Fideles, che tradotta diventa Venite Fedeli, che si canta anche durante le liturgie.
Potete utilizzarla anche per le meditazioni di questo avvento.

Venite Fedeli, l’angelo ci invita
venite, venite a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo,
il Signore Gesù.

La luce del mondo brilla in una grotta:
la fede ci guida a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo,
il Signore Gesù.

La notte risplende, tutto il mondo attende:
seguiamo i pastori a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo,
il Signore Gesù.

Il Figlio di Dio, Re dell’universo,
si è fatto bambino a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo,
il Signore Gesù.

Sia gloria nei cieli, pace sulla terra
un angelo annuncia a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo,
il Signore Gesù.
___________________

Ma ora passiamo alle prossime 7 canzoni, troverete dei video per poterle ascoltare e riflettere sul testo.

1. OH LITTLE TOWN OF BETHLEHEM
Video: https://www.youtube.com/watch?v=jyPMDD8fGeA
https://www.youtube.com/watch?v=E3GqXdarBPo

2.ADESTE FIDELES
Video: https://www.youtube.com/watch?v=HiMuelud5uA
https://www.youtube.com/watch?v=_z_bE6b-WiA
https://www.youtube.com/watch?v=nZ7cWPejR0Y

3.O COME O COME EMMANUEL (VENI VENI EMMANUEL)
Video: https://www.youtube.com/watch?v=MD-jBLZSZNU
https://www.youtube.com/watch?v=iWCISA8MOnU

4.GABRIEL’S MESSAGE
Video: https://www.youtube.com/watch?v=ojelXkBUpMo
https://www.youtube.com/watch?v=dQ5wmFi9sfA

5. I HEARD THE BELLS ON CHRISTMAS DAY
Video: https://www.youtube.com/watch?v=M7670CXvPX0
https://www.youtube.com/watch?v=RIsoALn2Aac

6. THERE IS NO ROSE OF SUCH A VIRTUE
Video: https://www.youtube.com/watch?v=tJbVj1gOIRc
https://www.youtube.com/watch?v=uBYpju2YQeo

7.LITTLE DRUMMER BOY
Video: https://www.youtube.com/watch?v=qJ_MGWio-vc
https://www.youtube.com/watch?v=P0HDwfelMJs
https://www.youtube.com/watch?v=3lng_pSEuQQ

Buon ascolto e buona visione!
Diteci se avete anche suggerimenti :)
Cristina.

(Fonte wikipedia, hymn sand carols of christmas, blog della musica)

mercoledì 5 dicembre 2018

Avvento in musica: "Silent Night"



Buon pomeriggio,
il nostro avvento quest'anno sarà tutto a suon di musica, come già scritto nel gruppo e nella pagina facebook, ogni settimana vi proponiamo 7 canzoni natalizie da ascoltare e da meditare per vivere a pieno questo periodo di attesa.
Al termine del post troverete canzoni e link e video per scoprire versioni diverse.
Ogni settimana inoltre scopriremo qualcosa di più riguardo una canzone ben precisa e la prima sarà "Silent Night" o come la conosciamo noi "Astro del ciel".
Non è una scelta casuale, questa canzone in realtà quest'anno compie ben 200 anni e se li porta bene!
Le informazioni di seguito le ho trovate nella rivista "Dossier Catechista" a cui sono abbonata.

La leggenda vede come protagonista padre Joseph Mohr, parroco della chiesa Sankt Nikolaus a Oberndorf, cittadina al confine con l'attuale Austria e un organo che suonava da solo in chiesa...

Era una gelida e nevosa notte, anche speciale essendo il 24 dicembre, la Vigilia di Natale del 1818.
Il giovane prete fu incuriosito e stupito di sentire dei suoni provenire dalla chiesa cosi andò a controllare ed entrando di corsa notò che lo strumento era al suo posto, e nessuno lo stava suonando.
Allora si avvicinò e provò a premere i tasti senza però riuscire a far uscire alcun suono.
Provò con un altro tasto, un altro ancora e un altro ma nulla..nessuna musica e nessuna nota. L'organo era rotto!!
"Colpa dei topi! Hanno mangiato il mantice!", si sarebbe lamentato sconsolato padre Mohr, scorrendo con gli occhi lo spartito che aveva in mano, scritto da lui giusto due anni prima, nel 1816.
Padre Mohr lo aveva composto come poesia, ma aveva l'intenzione di chiedere al suo amico Franz Gruber, maestro di musica, di comporre una melodia all'organo per suonarlo proprio in quella sera, davanti ai fedeli della parrocchia.
"E ora cosa facciamo?", chiese al musicista, che nel frattempo aveva preso una chitarra, e aveva  cominciato a pizzicarne le corde e a canticchiare sottovoce una melodia....
Ed è cosi che inizia la magia: il suono è dolce, penetrante, perfettamente intonato all'atmosfera natalizia che si respira nelle strade della cittadina.
Le parole "Stille nacht! Heilige nacht! Alles schlaft..." sembrano uscire dalla sagrestia e vagano per le strade.
Felicissimo, decise di farla suonare per la Messa di mezzanotte che si sarebbe tenuta quella sera nonostante l'organo fosse inutilizzabile.

I personaggi di questa leggenda sono veramente esistiti e hanno realmente composto parole e musica di quello che possiamo dire essere il canto di natale più utilizzato e conosciuto.
Non abbiamo la certezza che l'organo suonò da solo e si ruppe realmente, anche se l'ipotesi che fosse rotto è plausibile dal momento che quella sera la canzone venne accompagnata dalla chitarra.
Indipendentemente da ciò, questo è un canto legatissimo al Natale e senza non si riuscirebbe ad entrare realmente in questa magica atmosfera.

La melodia venne composta da Franz Xaver Gruber, un organista di successo e insegnante di musica, su richiesta di Padre Mohr, autore del testo.
Le parole sono cariche di significato oltre ad infondere un enorme desiderio di pace.
Fu lo stesso organista a raccontare la leggenda della nascita del canto divenuto oggi, per l'Unesco, patrimonio culturale dell'umanità (lo sapevate?).
Ma il grande successo della canzone, uscì dalla parrocchia grazie ad un certo Mauraher che, dopo aver ascoltato la canzone, la portò nel 1819 in Tirolo avviandone in questo modo la diffusione in tutta Europa.
Nel 1822 fu suonata a Salisburgo, davanti al sovrano Francesco II e allo zar Alessandro di Russia.
Nel 1859 Una versione arrivò addirittura a New York intonata dai fratelli Rainer...
La prima traduzione in inglese, dal titolo "Silent Night", fu realizzata dal prete episcopale John Freeman Young nel 1859.
In vent'anni la canzone arrivò oltreoceano...
La versione italiana incece ha il titolo "Astro del ciel", come potete immaginare non è la traduzione letterale dall'originale altrimenti sarebbe stato "Notte silenziosa", la versione italiana è opera di Angelo Meli, un sacerdote lombardo.

Nel 2005 venne presentato a Cannes un film che parla della "Tregua di Natale", fatto realmente accaduto nel dicembre del 1914, quando in piena prima guerra mondiale dalle trinee inglesi e tedesche si sarebbe levato l'inno nelle rispettive versioni, a testimoniare come nemmeno l'orrore della guerra aveva spento l'amore portato dalla nascita di Gesù.

Questo è qualcosa di più di un semplice canto di Natale, è un inno alla pace che non cesserà mia di essere attuale.
In occasione del bicentenario, Stille Nacht verrà celebrato in tutta l'Austria la Vigilia di Natale, con una serie di eventi nei luoghi della sua storia con feste e preghiere.

Vi riporto di seguito il testo:

Astro del ciel,
Pargol divin,
mite Agnello redentor!
Tu che i vati da lungi sognar,
tu che angeliche voci annunziar:
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor.

Astro del ciel,
Pargol divin,
mite Agnello redentor!
Tu disceso a scontare l’error,
tu sol nato a parlare d’amor:
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor.

Astro del ciel,
Pargol divin,
mite Agnello redentor!
Tu di stirpe regale decor
tu virgineo, mistico fior:
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor.

Qui di seguito vi riporto le 6 canzoni con rispettivi video, alcuni in versioni particolari.

1. ANGELS, FROM THE REALMS OF GLORY
[James Montgomery, 1816]

2. GOD REST YE MERRY GENTLEMEN

3. SEE AMID THE WINTER'S SNOW 

4. THE FIRST NOEL 

5. THE HOLLY AND THE IVY 

6. SILENT NIGHT 

Buon ascolto.
Cristina
[fonte: Dossier Catechista, edizione Elledici]

mercoledì 28 novembre 2018

Calendario dell'Avvento al contrario, fai la differenza!



Carissime folli donne cattoliche,
sta per iniziare il percorso di Avvento che come ogni anno ci accompagnerà e ci aiuterà a prepararci giorno dopo giorno alla nascita di Gesù, del nostro Signore e Salvatore.
Per cui vogliamo proporvi un avvento alternativo, facile da mettere in pratica con 3 semplici passi:
1- Fai la differenza!
2- Ogni piccola cosa aiuta.
3- Diffondi l'amore!
Per farlo vi proponiamo due alternative + una.

Questo periodo è ricco di consumismo, di regali, di doni fatti a chi amiamo e doni ricevuti, magari anche molto costosi, il calendario dell'avvento diventa un semplice calendario dove ai bambini importa solo del dolcetto o del cioccolatino e nulla di più.
Online si trovano tantissimi modi per creare un calendario dell'avvento non solo goloso ma anche che possa arricchire lo spirito sia per grandi che per piccini.

Quello che invece vi proponiamo oggi, è un calendario dell'avvento al contrario...e un'attività per il giorno di Natale; un modo per trasmettere anche ai bambini un modo concreto per essere cristiani nella vita quotidiana.

Calendario dell'avvento al contrario????
Si!!! In questo modo, il calendario dell'avvento ci fa veramente vivere e mettere in pratica il nostro essere cristiani ogni singolo giorno dal primo all'ultimo giorno di avvento.
In questo caso non si riceve un dono al giorno ma si dovrà fare un dono al giorno; anzichè aprire la casellina per prenderti il tuo bel cioccolatino, metti qualcosa in un cestino oppure in una busta.
Ogni giorno dovrete mettere da parte una cosa diversa e al termine dell'avvento la donerete a chi ne ha bisogno tramite la parrocchia, associazioni oppure personalmente se conoscete chi può averne bisogno.

Sono piccoli atti di generosità che fanno una grande differenza.

In che modo è possibile fare il  calendario dell'avvento al contrario?
Noi vi daremo due opzioni diverse in modo che ognuno possa decidere quale fare in base anche alle proprie possibilità.

Prima  di tutto dovete cercare  un ente di beneficenza, oppure chiedete in parrocchia per sapere se  serve qualcosa di specifico, in qualsiasi caso, anche se conoscete qualcuno che ne ha bisogno, le cose importanti sono le stesse della colletta alimentare con aggiunta di articoli per la pulizia quotidiana e da toeletta.
Non ci è lecito “passare oltre“ con indifferenza, ma dobbiamo fermarci accanto a chi soffre, chiunque esso sia. E far dono di se stesso. (Giovanni Paolo II)
1. Il Cestino/scatola

Consiste nel preparare un cestino o meglio, una scatola, già divisa in 24 scomparti numerati in modo da vedere piano piano la scatola che si riempie.
Potete renderla più carina ricoprendola con carta regalo come nella foto qui di seguito.



Preparate una lista di cose che vorreste mettere oppure potete decidere di giorno in giorno parandone con i bambini magari anche in base a quello che avete vissuto durante la giornata oppure se leggendo il vangelo del giorno avete avuto qualche spunto per capire cosa aggiungere.
Ogni giorno a turni mettete ciò che ritenete opportuno, sia donazioni alimentari come un pacco di pasta, di riso, oppure della farina, tonno etc... oppure un giocattolo, articoli da toeletta come salviettine umidificate, spazzolino e dentifricio, bagnoschiuma, abiti usati etc...
Una volta terminato, portate tutto dove avete deciso oppure a chi avete deciso, sicuramente per loro sarà un regalo di Natale meraviglioso, il più bello che avrebbero potuto desiderare.

2. Il Sacchetto (Blessing Bag)


Il sacchetto è impostato in modo simile, ma con cose più essenziali e meno voluminose perchè lo scopo è sempre quello di donare ai bisognosi ma direttamente ai senzatetto e a chi sappiamo possa essere in difficoltà, a chi non ha una casa.
In poche parole è un "sacchetto delle benedizioni" che potete creare durante l'avvento e tenere  in auto in modo che se doveste incontrare qualcuno bisognoso lo avete sempre a portata di mano ed è un ottimo modo per trasmettere ai figli il senso di "aiutare il prossimo".
In questo sacchetto potete mettere degli snack (e un succo), spazzolino e dentifricio, calze calde, una berretta, guanti, salviettine umidificate, una banconota o delle monete, fazzoletti di carta, per le donne anche degli assorbenti.
Inoltre potete anche inserire i campioncini di shampoo e doccia schiuma, quelli nelle bustine cosi occupano poco spazio.

Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio, che sta scrivendo e inviando una lettera d’amore al mondo.
(Madre Teresa di Calcutta)
Ora invece passiamo all'attività da fare il giorno di Natale....
- il Blessing Jar ovvero il Barattolo delle Benedizioni.


In cosa consiste il "Barattolo delle Benedizioni"?

E' un semplice barattolo con all'interno dei bigliettini scritti a mano con passi del vangelo da donare ai parenti e a chi vedremo il giorno di Natale come benedizione per quel giorno.
Lo potete tenere in borsa se andate a fare il giro di auguri dai parenti e una volta arrivati, come augurio gli dite di estrarre un bigliettino con una benedizione per loro.
Se invece siete voi a ricevere le persone, potete mettere il barattolo al centro del tavolo oppure sul tavolino accanto alla porta e potete far estrarre il biglietto appena arrivano oppure a fine visita.
In alternativa ai bigliettini, potete scrivere dei versetti sugli stecchi simili a quelli dei ghiaccioli, in commercio trovate quelli più larghi, in modo che possa essere utilizzato anche come segnalibro.

“Amando il prossimo e prendendotene cura, percorri la tua strada. Aiuta, quindi, chi è al tuo fianco mentre cammini in questo mondo, e arriverai accanto a colui con il quale desideri rimanere per sempre” – Sant'Agostino
Alcuni semplici spunti per poter vivere un Avvento diverso dal solito, volto all'altro, al donare senza ricevere nulla in cambio, quel donare con la "D" maiuscola, come Gesù ci ha sempre insegnato.
Buon inizio di Avvento a tutti e che possa essere un percorso di riscoperta dell'essere cristiani al servizio del prossimo.
Buon cammino.
Cristina

lunedì 26 novembre 2018

Cucito Creativo: Tutorial Shopper




Buongiorno,
eccoci anche questo mese con il tutorial di cucito creativo per folli donne cattoliche e non solo...
Il tutorial di questo mese è piuttosto semplice ma necessita di una macchina da cucire, il livello è base poichè vi dico che riesco a farla anche io che sono alle primissime armi e sto imparando a tentativi.
Certo, si potrebbe cucire anche a mano ma diventerebbe un lavoro decisamente troppo lungo.

Faremo una Shopper!!!
Chi di voi non ha una shopper per quando fa la spesa, oppure come me per mettere il materiale e i libri che utilizzo a catechismo con i bambini?
Direi che è difficile non averne una a casa e ora con questo tutorial potrete creare tutte quelle che volte.
Passiamo subito all'occorrente e alla creazione passo passo fatta dalla nostra folle donna cattolica Cecilia B.

Occorrente:
- scampolo di cotone sia acquistato che ritaglio di scarti.
- filo bianco (acquistabile in offerta alla  lidl)
- macchina da cucire
- spilli
- ferro da stiro (per facilitare la piega)

Procedimento:

Ricalcando le dimensioni di una mia shopper, raddoppiando le dimensioni e, aggiungendo 2cm per le cuciture ritagliate un rettangolone per la busta e due rettangoli stretti e lunghi per i manici.( fig. 1.).

Piegate di circa mezzo cm i manici (fig.2) e li stirate per mantenere la piega.

Poi li ripiegate di nuovo su se stessi e stirate nuovamente (fig. 3).



Con una riga perfezionate il rettangolo della shopper su tessuto a rovescio, per avere dei riferimenti geometrici sui quali far passare le cuciture. (fig. 4).

Piegate la stoffa della busta a metà e a rovescio piegando le estremità due volte di 1cm, per avere dei bordi rifiniti (fig. 5), successivamente stirate i bordi (fig. 6).



Passate poi a fermare i manici con gli spilli per avere il tessuto ben fermo in fase di cucitura (fig. 7)

Passate il bordo piegato sotto la macchina, chiudendo così i manici al lato lungo (fig. 8).

Chiudete i manici anche alle estremità per poi tagliare la parte in avanzo, assicurandovi che siano perfettamente uguali di lunghezza (fig. 9)


Prendete la stoffa grande della busta e a partire dal bordo geometrico che avete disegnato in precedenza, misurate 10 cm.
Nel punto che avete trovato inserite il manico della shopper (fig. 10).

Con una spilla fermate il bordo della busta con delle spille inserendo nel bordo stesso l'estremità di un manico (fig. 11), e l'altra estremità (fig. 12)



Una volta cucito e tolto gli spilli, ripiegate verso l'esterno il bordo e ribattete a macchina (fig. 13),  ribattendo il bordo inferiore come nella figura 14.

Una volta fissati i manici, seguite i riferimenti geometrici che avete tracciato e fissate la stoffa con gli spilli per mantenere ferma la stoffa in cucitura sotto la macchina (fig. 15).



Con la macchina cucite lungo tutta la riga che avete tracciato a matita  (fig. 16).
Tagliate poi la stoffa in eccesso a mezzo cm dalla cucitura.
Volendo si può rifinire con un punto zigzag.

Rigirate la shopper... et voilà! pronta per la spesa! (fig.17)


Esecuzione molto semplice in cui tutte potete cimentarvi...
buon lavoro!
anzi, buon divertimento!
Cecilia B.

Fateci sapere come vanno i lavori!!!
Al prossimo mese, Cristina.

venerdì 23 novembre 2018

Itinerari di fede: Santuario di Collevalenza.




Oggi l'itinerario di fede ci fa viaggiare più a sud rispetto ai primi due santuari; andremo al Santuario di Collevalenza in provincia di Perugia.
Santuario dell'amore misericordioso fatto costruire da Madre Speranza, fondatrice delle  Ancelle dell'amore misericordioso.

La costruzione del santuario dell’Amore Misericordioso ebbe inizio nel novembre 1954 e fu completata negli anni 1965-1967 con la costruzione della Basilica, della Cripta, del Campanile e della Piazza.


Il 28 settembre 1959 la Madre Fondatrice fece richiesta al Vescovo di Todi perché la costruzione, terminata solo nella Cappella del Crocefisso, fosse canonicamente eretta come Santuario. 
In data 18 ottobre, benedisse di cuore l’iniziativa di pubblicare periodicamente una Rivista "che illustri e faccia sempre meglio scoprire le profonde ricchezze dell’Amore di Gesù che è il messaggio dell’infinita misericordia al­­l’immensa miseria umana". 

Il 31 ottobre 1965, il santuario che viene completato con il nuovo tempio e la relativa cripta; il nuovo tempio è solennemente consacrato e inaugurato alla presenza del card. Alfredo Ottaviani, di 62 Padri Conciliari (Vescovi da tutto il mondo) e con la partecipazione di circa ventiduemila pellegrini.

Le note di storia di quel tempo ricordano cose curiose.

"La Madre si rendeva conto che non avrebbe potuto assistere a tutte queste cerimonie perché l’entusiasmo e il fanatismo della gente non si controlla quando la vedono. E allora chiese al padre Arsenio di celebrarle una santa Messa alle tre del mattino, quando non c’era nessuno. Di fatti alle cinque e mezza il Santuario si riempì di pellegrini perché la gente chiama questa Messa "la Messa della Madre", ma quel giorno restarono delusi perché la Madre non c’era. E anche quando arrivò il Cardinale Ottaviani essa poté vederlo solo da una finestra dell’Istituto".
"La cosa più preziosa di questa giornata fu quando l’Eminentissimo Cardinale, con tutti Padri Conciliari, con le Autorità Ecclesiastiche e civili, si sono inginocchiati ad adorare il Crocefisso dell’Amore Misericordioso".

La storia del Santuario è strettamente legata alla storia dell’Acqua dell’Amore Misericordioso e alla storia del pozzo del Santuario. 
I lavori di trivellazione del pozzo furono segnati da particolari difficoltà. 
Terminati i lavori, si inaugura il Pozzo; la Madre non vorrebbe partecipare ma viene obbligata da P. Gino ad andare in Cappella dove cade in estasi alla presenza di diversi pellegrini.

La Segretaria Generale nel diario descrive la festa di inaugurazione del pozzo e trascrive alcune frasi della Madre durante l’estasi: Comincia con parole piene di amore e di gratitudine a ringraziare il Signore per averle concesso di trovare l’acqua … dice la sua commozione per quanto ha fatto il vescovo Mons. De Sanctis erigendo la Cappella del nostro Istituto a Santuario dell’Amore Misericordioso … qui verranno da tutte le nazioni per liberarsi dalla lebbra del peccato mortale e dalla paralisi del peccato abituale … riceveranno la grazia per mezzo della confessione e dell’eucarestia per passare poi in preghiera alle Piscine e riuscirne guariti … 
La Madre è presa da grande fervore e si dice disposta a qualunque cosa per amore a Lui … che però Lui le tenga la Mano sulla testa perché ha paura di rovinare tutto … Non desidero altra cosa che Te … desidero essere e vivere solo per Te … Tu sei un Padre tanto buono …

Il 14 settembre 1960 alle 9,30, d’improvviso, il pozzo si illumina tutto in modo da permettere di vedere tutto chiaramente fino in fondo: tubi, acqua, fondo del pozzo, sistemazione del ghiaietto, ecc... Erano presenti a tale fatto prodigioso la Madre, Madre Ascensione, Suor Sacrario, Padre Mario Straffi, P. Luigi Macchi e Ferruccio Bordacchini.

Raccontare tutta a storia è impossibile poichè diventerebbe un post lunghissimo per cui vi lascio un link dove potete approfondire la storia delle piscine comprendendo la finalità del pozzo e delle piscine --->> http://www.collevalenza.it/AcquaAM.asp

Il santuario sorge a nord-ovest del centro storico di Collevalenza, poco fuori da quest'ultimo. La basilica è preceduta da una lunga scalinata e presenta una facciata piana con la parte inferiore caratterizzata da un portico costituito da una pensilina alquanto sporgente e la parte superiore da un'ampia vetrata. Alla destra della basilica sorge l'alta torre campanaria con la parte terminale cruciforme.

L'interno della chiesa è a navata unica con sei cappelle per lato; queste ultime sono costituite da cilindri per metà inseriti all'interno della navata stessa.
L'area presbiterale, rialzata di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, è interamente in marmo bianco ed ospita al centro l'altare maggiore con dietro la sede, a sinistra l'ambone e a destra, su una colonnina, il tabernacolo.

La tomba di Madre Speranza, situata nella cripta.
La cripta della basilica ricalca la struttura della chiesa superiore. Dedicata a Maria Mediatrice, ospita alle spalle dell'altare, il quale è sovrastato da una bassa cupola musiva, la tomba di Madre Speranza.

Fa parte del santuario anche la chiesa del Crocifisso, con pianta a croce latina, caratterizzata dal soffitto in legno di larix sibirica e dal pregevole Crocifisso collocato sopra l'altare, scultura del 1930, nel quale Madre Speranza di Gesù volle sottolineare l'Amore di Gesù nei confronti degli uomini.

Dove alloggiare:
- "Casa del pellegrino", struttura collegata al Santuario dove poter soggiornare in mezza pensione o pensione completa.
http://www.collevalenza.it/casadelpellegrino/Default.htm

Dove pranzare:
- "Posto ristoro" , una struttura dove è possibile sia consumare cibo al sacco al coperto o all'esterno,sia la possibilità di prenotare un menu completo .

Al seguente link trovate anche gli orari del Santuario con le varie attività.
http://www.collevalenza.it/Orario.htm

Al prossimo mese!!!!
Buon pellegrinaggio.
Cristina

martedì 20 novembre 2018

In cucina con i Santi: Le Pettole di Santa Cecilia.





Questo mese la rubrica 'in cucina con i santi' ci presenta un piatto tipico della tradizione Tarantina: "le Pettole di Santa Cecilia".
Grazie a Maria Elena per questo splendido lavoro.

Con la festa di Santa Cecilia, che ricorre il 22 novembre, inizia nella citta' di Taranto il periodo dei festeggiamenti per il Natale, quarantotto giorni di eventi, che spaziano tra cultura, intrattenimento e musica. 
E' pertanto per i tarantini una festa molto sentita.

La notte tra il 21 e 22 novembre, per tradizione, in citta' le famiglie si danno un bel da fare per preparare le Pettole di Santa Cecilia, da gustare  da prima dell'alba.
Gia' dalle 3.30 di notte i tarantini sono svegliati dalla musica della banda che percorre per alcune ore le vie della citta', suonando pastorali scritte appositamente per l'occasione e ispirate alle melodie realizzate con zampogne e cornamuse dai pastori di Abruzzo che in passato, durante la transumanza, scendevano fino in Puglia con il gregge e suonavano per le vie di Taranto chiedendo cibo in cambio della loro musica.

Il cibo tipico tarantino che veniva offerto ai pastori e poi in seguito utilizzato nei festeggiamenti per Santa Cecilia, erano proprio delle semplici e gustose frittelle di pane...le pettole!

Pare che le tradizioni legate a questa notte piena di musica e festa, siano nate nell'Ottocento dal desiderio dei musicisti della Banda locale di onorare la Santa Patrona della musica.
Prima dell'alba del 22 novembre, ogni tarantino che voglia onorare la tradizione, deve mettersi ai fornelli per friggere le pettole, che verranno poi mangiate in famiglia e offerte ai musicisti e ai passanti!
Ancora oggi, in occasione della festa, oltre alla Banda locale, si esibiscono anche gli zampognari che giungono nella città partendo dai monti della Calabria e della Murgia, per suonare ed assaggiare qualche pettola.

La tradizione narra che le pettole, da 'pettel' che in dialetto significa 'focaccia', siano nate da un errore di lievitazione capitato ad una mamma tarantina, che trasformo' l'impasto di pane in una massa esageratamente gonfia, tanto da non poter piu' essere usata per il pane, ma solo divisa in pezzetti e fritta. 
La storia narra che la donna, affascinata dalle melodie degli zampognari che suonavano sotto casa sua, si distrasse e lascio' lievitare troppo l'impasto e, pur di non lasciare i figli senza colazione, ne ideo' un utilizzo alternativo: delle saporite frittelle di pane.
Il risultato fu' talmente buono che la donna scese poi in strada ad offrire le pettole agli zampognari, per ringraziarli di essere stati all'origine della sua distrazione.

Ecco dunque la ricetta delle pettole.

Ingredienti per circa 45-50 pettole:
- Farina 00 500 g
- Lievito di birra fresco 12 g
- Sale grosso, un cucchiaino 
- Acqua tiepida 375 ml

Preparazione:
Setacciate la farina in una ciotola, fate al centro una fontana e scioglieteci il lievito di birra con poca acqua tiepida. 

Sciogliete nell’acqua rimanente il sale grosso e versatela a filo poco alla volta sulla farina. 
Impastate con le mani per ottenere un impasto molto morbido e colloso, se necessario aggiungete altra acqua. 

Mettere l'impasto in forno con la luce accesa per due ore in modo che raddoppi di volume.

Predisporre sul fuoco una pentola capiente con abbondante olio di semi per friggere le pettole.
Appena l'olio avrà raggiunto i 180° bisogna prelevare con un cucchiaio poco impasto alla volta e, aiutandosi con un dito bagnato in poca acqua, si dovra' far scivolare dal cucchiaio la pallina di impasto direttamente nell’olio.

Le pettole devono essere dorate da entrambi i lati, quindi in cottura andranno girate con una pinza. 

Una volta tolte dall’olio e fatte scolare su carta assorbente, le pettole andranno gustate ancora calde.

Per una versione dolce si potranno rotolare, appena scolate, nello zucchero o nel miele.

La versione salata piu' ricca invece, prevede che nell'impasto base vengano aggiunti ingredienti a scelta, come ad esempio olive o pancetta.



Buon appetito e al prossimo mese!!!!
Se avete ricette collegate ai Santi da consigliarci, potete scriverci!!

venerdì 26 ottobre 2018

Cucito Creativo: tutorial per Commemorazione dei defunti.


Buongiorno a tutte,
eccoci con il secondo tutorial di cucito creativo con qualcosa di diverso e incentrato sulle ricorrenze che ci saranno a breve, ovvero Santi e Commemorazione dei defunti.
Floriana ha dato vita ad un tutorial splendido e che può coinvolgere anche i bambini soprattutto per aiutarli a capire che se una  persona "torna alla casa del padre" è con Lui; non a caso si dice anche che "passa a miglior vita" ovvero oltre la morte ci aspetta Gesù per cui una vita migliore alla sua presenza, o per lo meno io lo interpreto cosi.

Ma ora vi lascio subito alla spiegazione di Floriana, poi aspettiamo i vostri lavori!!

Faremo una croce bianca (simbolo di purezza) con dei fiori.
Ogni fiore rappresenta un nostro defunto che vogliamo commemorare in occasione della "Commemorazione dei defunti" , oppure in occasione della festa dei Santi, può rappresentare un Santo.



Occorrente:

- Panno lenci bianco per la croce e colorato per i fiori se volete farli voi.
- forbici
- ago
- filo bianco
- cartoncino per ritagliare una croce della grandezza desiderata.
- velcro adesivo
- ovatta per l'imbottitura


Ritagliate su cartoncino due croci di 18 x 15 x 3 cm


Posizionando il cartoncino sul panno lenci bianco segnate con una matita i bordi più 1 cm per le cuciture. (immagine 2.)

Per i fiori.
Ritagliare un rettangolino di stoffa della misura desiderata (in foto è 6x4, immagine 4.).
Piegare a metà come nell'immagine 3.
Passare il filo e tirare quasi ad arricciarlo. (come nell'immagine 5. 6.)




Dopo aver formato il fiore, cucire la base per tenerlo chiuso (immagine 7. e 8.)
Ora prepariamo la corona che sarà la base del fiore.
Ritagliare una corona di 4x2, se utilizzate il panno lenci bianco potete colorarlo di verde con un pennarello, dopodiché attaccarla al fiore (immagine 9. 10. 11.).


Torniamo alla croce.
Ritagliamo la sagoma della croce precedentemente preparata, iniziamo a cucire la croce in vari punti (immagine 12.)  per permettere di girarlo e quindi nascondere le cuciture.
Mano a mano aggiungiamo l'ovatta per imbottire la croce (immagine 13.)
Una volta riempita, terminiamo le cuciture (immagine 14.) ed ecco pronta la base (immagine 15.)



Aggiungere il velcro sotto i fiori e sulla croce.
Applicate i fiori o fateli applicare ai vostri figli.
Il lavoretto è pronto!


Come fiori potete anche crearli in modo diverso, ovvero ritagliando le forme dai panno lenci colorati e applicando sul retro il velcro.

Spero vi sia piaciuto, fateci vedere i vostri lavori.
A  novembre il prossimo tutorial!
Un abbraccio
Floriana e Cristina.

giovedì 25 ottobre 2018

Prayer Journal , un diario con Dio.



Dopo numerose richieste ho deciso di scrivere questo post riguardo il "Prayer Journal", spiegando in breve di cosa si tratta, a cosa serve e come iniziare.
Online si trovano molte informazioni ma sono prevalentemente in inglese per cui eccomi qui a spiegarvi tutto.
Alcune di voi hanno visto nel mio profilo un semplice diario a righe (quello che vedete nelle foto di questo post), dove a piè pagina sono presenti dei versetti della Bibbia in  inglese.
Ecco, quello è ciò che utilizzo io come prayer journal anche se purtroppo si trova solo in inglese ma è un buon allenamento cosi che ogni volta che scrivo, leggo il versetto e sotto scrivo la tradizione.

Che cosa è il "Prayer Journal"?
E' un semplice diario di preghiera dove poter annotare moltissime cose in modo da tenere traccia della nostra spiritualità nella vita quotidiana.
E' un modo per scrivere nero (o colorato) su bianco tutto ciò che è la nostra relazione con Dio e con gli altri nella fede ed è anche un modo per vedere eventuali progressi e cambiamenti che avvengono in noi nel corso degli anni.

A cosa serve?
Serve per moltissime cose e ora ecco un piccolo elenco per poter avere un'idea generale:
- Annotare preghiere che utilizziamo regolarmente o preghiere nuove.
- Annotare frasi di Santi che ci toccano o che ci colpiscono per poi poterle meditare successivamente.
- Annotare richieste di preghiera di altre persone cosi che non ci scordiamo, soprattutto se abbiamo numerosi impegni e allo stesso tempo molte persone per cui pregare.
- Annotare meditazioni di salmi o passi Biblici.
- Annotare riflessioni personali riguardo eventi o qualsiasi cosa riguardi la nostra fede.
- Annotare anche le proprie preoccupazioni, ciò che ci fa stare male o ci rende tristi affidandolo al Signore.
-Annotare tutto ciò che ci passa per la testa come se stessimo scrivendo a Dio.

Come iniziare?
Spesso l'idea ci elettrizza e ci piace talmente tanto che non iniziamo nemmeno.
Perchè?
Perchè vorremmo fare tutto alla perfezione, perchè non sappiamo se ciò che vogliamo scrivere è giusto o sbagliato, perchè abbiamo paura di scrivere ciò che sentiamo, perchè abbiamo paura che qualcuno lo possa leggere, perchè ci sentiamo ridicoli...
Sono tutti pensieri normali, leciti e soprattutto umani.
Ho scoperto questo dipo ti diario molti anni fa ma ho sempre appuntato tutto su fogli proprio per questa paura di sbagliare.
Beh, ci sono passata in prima persona da ognuna di queste affermazioni e anche ora spesso mi blocco.
Da quando ho acquistato questo diario ho iniziato a scrivere le prime tre preghiere dopo 4 mesi, per poi bloccarmi e riprendere dopo altri 9 mesi.
Proprio poco tempo fa ho riaperto il diario grazie al mio padre spirituale che mi ha consigliato di iniziare quando faccio le lodi al mattino. (un pò come la Lectio Divina)
Mi devo soffermare su un salmo, oppure sulla lettura breve e scrivere cosa mi trasmette meditandolo.
Alcune volte riscrivo solo un versetto, altre volte invece una mia riflessione.
Ecco, questo potrebbe essere un buon inizio, poi vedrete che piano piano arriverà da sola l'ispirazione e per questo vi consiglio sempre di pregare lo Spirito Santo prima di dedicarvi a questa attività.
In una piccola parte funziona come il "Bible Journalig" di cui vi ho parlato in un precedente articolo che trovate a questo link -->> "Bible Journaling".

Cosa utilizzare?
Potete utilizzare tutto ciò che volete, da un semplicissimo quaderno a righe o quadretti, ad un quaderno ad anelli dove potete anche mettere dei divisori per argomenti, cosa che vi sconsiglio; se in questo modo è più ordinato, di contro posso dire che è meno spontaneo.
Un'idea potrebbe essere lo scrivere a parte le richieste di preghiera delle altre persone potete aggiungere dei post-it all'interno della copertina magari con colori diversi in base al tipo di richiesta.
Se avete una richiesta molto importante per una persona terminale o in pericolo di vita, oppure se per qualcosa di più "leggero", (non che esistano richieste di serie A o di serie B ma è per una questione visiva) scatta nel nostro cervello il campanello del "ah, caspita, lei ne ha proprio bisogno, oggi ho poco tempo per cui lo dedico a pregare per lei, mentre per questa spero di farcela più tardi o stasera". (spero di essermi spiegata al meglio, questo è un metodo che ho provato ad utilizzare dopo vari tentativi)
Nel mio caso, ho acquistato un diario apposito su amazon (ai tempi era super scontato a circa 12€), è un diario normalissimo ma con copertina in finta pelle e un versetto biblico per ogni pagina.



Mi rendo conto che acquistare dei veri e propri prayer journal è decisamente dispendioso poichè costano molto, ed in realtà un semplice quaderno può avere la stessa funzione, solo che dovrete gestire voi cosa scrivere, per cui non vi metto link di acquisti perchè non lo ritengo opportuno.
Una cosa che ci tengo a dire, non utilizzate applicazioni per smartphone, è una cosa completamente diversa, si perde il contatto con la realtà rischiando di scrivere una lista della spesa anzichè un diario di preghiera.
Scrivere con le proprie mani magari utilizzando colori diversi in base a come ci sentiamo o a cosa vogliamo scrivere, sottolineare, aggiungere appunti, anche adesivi per enfatizzare un concetto...tutto questo è molto importante e una sterile applicazione toglie l'intimità che invece la carta crea.
Qui trovate una base in inglese -->> https://rachelwojo.com/onemorestep/freebies/
Qui altri stampabili ----> https://mothersniche.com/start-prayer-journal-meaningful-prayers-free-printables/


Vi metto al termine dell'articolo link per scaricare delle basi stampabili, inoltre vi consiglio un libro molto interessante di Flannery O'Connor che si intitola proprio "Diario di preghiera" dove trovate un suo prayer journal degli anni '40, un vero e proprio colloquio silenzioso con Dio.




Se avete domande o volete aggiungere qualcosa scriveteci!
Un abbraccio
Cristina.

venerdì 19 ottobre 2018

Itinerari di fede: Santuario di Monte Lussari




Per il secondo appuntamento con la Rubrica “Itinerari di Fede”, Giorgia vi parlerà del Monte Santo di Lussari – Tarvisio (UD).
Il Monte Lussari è un luogo davvero speciale sulle Alpi Giulie; il Santuario Sancta Maria in Excelsis è sacro a tre Nazioni, Italia, Slovenia, dove viene chiamato Svete Višarje, "Le sante alture"e all’Austria in tedesco Luschariberg.
Il Santuario viene chiamato “dei tre popoli” appunto per questo.

Io e mio marito Cosimo ci siamo saliti a piedi, percorrendo la “via del pellegrino” (via crucis) nel
Settembre 2016 in occasione dell’Anno della Misericordia, in questa occasione il Santuario era
diventato Porta Santa.
Siamo saliti per affidare il nostro imminente viaggio di nozze in India a Maria.
Sul Monte Santo si può salire anche con la Funivia ed è sempre bene controllare date e orario di
funzionamento sul sito (www.turismofvg.it) .

Secondo un'antica tradizione, nell'anno 1360 sul Lussari un pastore di Camporosso smarrì le sue
pecore, che ritrovò poco dopo inginocchiate attorno ad un cespuglio di pino mugo.
Con grande meraviglia egli si accorse che al centro del cespuglio si trovava la statuetta di una Madonna con Bambino.
Egli la prese, la portò a valle e la consegnò al Parroco di Camporosso.
La mattina seguente però la statua venne trovata nuovamente sul Lussari, sempre attorniata dalle pecore inginocchiate.
Tale episodio si ripeté ancora una volta.
Il Parroco quindi informò del fatto il Patriarca di Aquileia; questi ordinò che sul luogo in cui venne ritrovata la statua venisse costruita una cappella.

Della cappella originaria non vi sono più tracce; essa venne invece sostituita nel 1500 dal coro attuale, tutto in pietra, compresa la volta.
Nel 1760 la comunità dei fedeli Sloveni celebrò il 4° centenario del Santuario.
Nel 1807 un fulmine colpì e distrusse la parte lignea della chiesa: gli operosi fedeli la ricostruirono
però in breve, ampliandola.
Durante le due Guerre Mondiali la Statua della Madonna, fu ospitata sia dagli Austriaci, dagli Italiani e dagli Sloveni. Venne riportata nel Santuario ricostruito l’11 Ottobre 1945.
Nel 1960 venne celebrato il 6° centenario del Santuario. In tale occasione la chiesa venne restaurata e
vennero avviati molti lavori di ammodernamento alle case del Santuario.
L'opera di ristrutturazione più importante coincise però con il Giubileo del 2000.
Per tradizione il pellegrinaggio al Santuario inizia il 24 Giugno giorno di San Giovanni Battista e
termina con la prima Domenica di Ottobre.
Vi consiglio di visitare il sito www.lussari.eu per avere tutte le informazioni aggiornate quasi
quotidianamente.

COSA VEDERE
Usciti dal Santuario è molto bello passeggiare per il piccolissimo borgo costruito intorno alla piccola
chiesa.
Qui trovate, piccoli negozi ma sopratutto, ristorantini e osterie che offrono pranzi tipicamente
friulani! (Tutti consigliati)
A valle, vi consiglio una passeggiata nel centro di Tarvisio, e la visita alla chiesa centrale, SS. Pietro e
Paolo.
Se rimanete il fine settimana, potete fare un salto al di la delle Alpi e visitare la cittadina di Villach
(Dove abita Giorgia ndr) con la suo bellissimo Duomo intitolato a San. Giacomo e tappa del cammino di Santiago.

Da Villach si può salire sul Monte Dobrasch e ammirare la catena montuosa che unisce Austria, Italia e Slovenia.

DOVE MANGIARE
Come dicevo, sul Monte Lussari ci sono molti locali, tutti consigliati uno su tutti Locanda Al Convento, mentre a valle consigliamo la colazione o merenda austriaca (Jause) da DAWIT – 042863012.

Altri ristoranti:
Pizzeria Alpino – 04282524
Ristorante Alte Hutte - 0428 653515

DOVE DORMIRE (scelti in base ai voti degli utenti di 3 siti differenti)
• Hotel Raibl – 04282247
◦ prezzi a partire da 60 euro a notte a persona
• Hotel Haberl – 04282233
◦ prezzi a partire da 70 euro a notte a persona

Se avete Santuari e itinerari di fede da consigliare scrivete qui

lunedì 8 ottobre 2018

Recensione e Intervista a Debora Vezzani, "Come un Prodigio".




Questo articolo è opera di Maristella, una folle donna cattolica che dopo aver letto il libro "Come un prodigio", ha voluto condividere con tutti noi ciò che le ha trasmesso, oltre ad una meravigliosa chiacchierata direttamente con l'autrice, Debora Vezzani.

                                                             *******************
Un libro per chi si sente sepolto ma ha desiderio di rinascere, affranto e vorrebbe ritornare forte, spento e anela alla luce; libro autobiografico di una donna che racconta come Dio l'ha risollevata. 
Un Dio che rialza, un Dio risorto che l'ha risorta con Lui, che ha messo una croce al posto della pietra che lei aveva messo sulla sua vita: "La pietra rotola via e tu ricominci a vivere."

Debora Vezzani scrive la sua storia con un linguaggio semplice e chiaro; la storia della sua vita in cui Dio, come benevolo padre, la chiama per nome per lenire le afflizioni e risanare le ferite. 
Classe 1984, cantautrice e musicista, e' stata abbandonata alla nascita da una donna orfana anche lei, con gravi problemi di salute mentale, cresciuta e vissuta in istituti.
Nonostante i medici le consigliassero di abortire, ella disse di si' alla vita ed affido' la piccola Debora in adozione perche' potesse avere il dono di una famiglia, che lei stessa non aveva mai avuto.
Nel libro quindi racconta una serie di eventi scaturiti da varie scelte sbagliate che culminano con il fallimento del suo matrimonio con un uomo ateo; matrimonio riconosciuto poi nullo dalla Chiesa.

Debora racchiude in una canzone intitolata "Venticinque", la prima di una lunga serie, la forsennata ricerca della madre e della sua identita'; venticinque come gli anni che ha dovuto attendere prima di avere notizie su di lei.
"Io non so chi sono, non so cosa cerco, che cosa ho perso...cordone ombelicale che e' rimasto addosso e non si puo' staccare..."
Una ferita profonda quella dell'abbandono che solo Dio tramite la Chiesa ha saputo rimarginare.

Ad un certo punto, come un faro nel buio, come quando si dice"luce per i miei passi e' la Tua parola", ecco che si scorge la luce, fioca all'inizio, tramite il salmo 139 che Debora ha musicato per una coppia di amici al loro matrimonio, che recita: "Sei Tu che mi hai creato e tessuto nel seno di mia madre. Tu mi hai fatto come un prodigio..." 
Una canzone che ha parlato a tanti cuori stanchi e oppressi, riaccendendo la speranza in Dio.
Questo salmo le svela finalmente la vera immagine di Dio che aveva un progetto di amore per lei, sin dal seno materno; progetto di amore che non riguardava solo lei. 
Personalmente, infatti, la parte che ho preferito del libro e' stata l'incontro di Debora con il suo attuale marito, con il quale svolge attualmente un apostolato tramite il quale portano, attraverso la musica, la loro testimonianza di conversione. 
Due "casi impossibili" che, grazie allo zampino della Madre di Dio, si incontrano e diventano possibili. 
D'altronde lo aveva sentito la Vergine Maria stessa durante l'annunciazione, quell'incontro tanto inaspettato quanto straordinario, che "Nulla e' impossibile a Dio." E Lei stessa si era fidata. 
La storia di Debora e suo marito Jury e' una prova della bellezza delle opere di Dio e che Egli mai abbandona un suo figlio.

Dal racconto del loro fidanzamento e poi del matrimonio, fino all'arrivo del loro primo figlio, una escalation di eventi in cui si manifesta l'amore divino e non solo. Il libro poi termina con un piccolo regalo che Debora vuole fare al lettore, che riguarda la scoperta di un dono speciale.

Ho voluto contattare Debora per chiederle di rilasciare un'intervista a noi del gruppo "Stile di vita di una folle donna cattolica", facendole 3 domande.
Lei ha risposto con tanta gentilezza e onesta', nonostante i suoi mille impegni e per questo ne sono grata!

                                                    *****************************
INTERVISTA A DEBORA VEZZANI

1) Ciao cara! Nel tuo libro parli di come il Signore abbia stravolto la tua vita facendoti sentire come il suo prodigio in un momento della tua vita in cui ti sentivi una nullita'. Cosa diresti a tutte le donne che non si sentono un prodigio a causa delle difficolta' della vita, nonostante provino a seguire il Signore tramite la Chiesa?

D: Ciao Maristella! Il non sentirsi un prodigio oppure avere qualche difficolta' a crederlo, lo sperimento anche io. Sono tentazioni che il maligno ci mette in testa. 
Questa cosa l'ho vissuta tanto nella prima parte della mia vita: e' una delle mie ferite; e' una ferita che il maligno va a colpire tutt'ora, quando sono un po' debole e traballo un po', ecco che subito mi si insinua dentro. Credo che, nonostante cerchiamo di seguire la Chiesa come dici tu nella domanda, sia di vitale importanza, necessario ed urgente credere con tutto il cuore, il corpo, la mente, le forze, l'anima e con tutte noi stesse alla parola di Dio. 
Quando ci stacchiamo un attimino dalla parola di Dio, ecco che il maligno prende il sopravvento, e noi crediamo alle sue proposte e ci dice: "noi non valiamo niente e Dio e'cattivo." Io credo che sia necessario, fare un atto di volonta' e mettersi dei paletti non mettendo piu' in discussione per esempio, che Dio e' buono, che io sono un prodigio e che Dio e' morto per me; che tutto quello che ha fatto lo ha fatto per me, per amore, compreso dare la sua vita per me. Quindi per rimanere saldi nella fede e per non sbandare e non cedere agli inganni del demonio, e’ importantissimo avere dei paletti fermi che non vanno spostati a costo di qualunque cosa. Ci sono delle cose ferme che non vanno mai toccate e che bisogna dirsele anche quando il proprio cuore direbbe "non e' vero". 
Bisognerebbe farsi il post-it nel cuore e nei ragionamenti, con scritto: Dio e' buono, Egli mi ama, io sono un prodigio e un capolavoro, e gli altri possono dirmi quello che vogliono dalla mattina alla sera ma io sono un prodigio, figlia di Dio, costata il sangue di Cristo. 
 Il Nemico ci verra' sempre a colpire nelle nostre ferite, ma noi dobbiamo rimanere ancorati a Dio, ma non col sentimento, per cui oggi sento il Signore allora oggi gli credo, oppure oggi sono in un deserto terribile ed allora Dio non so neanche dove e', per cui oggi non sento Dio. No! Non mi devo far prendere dalle emozioni, ma tiro fuori il mio post-it: Dio e' buono ed io sono un capolavoro. Fermezza e perseveranza a credere anche quando nel nostro cuore non c'e' questo sentimento.

2) Un tema molto a cuore a tutte le mamme cattoliche e' la trasmissione della fede ai figli, soprattutto oggi giorno in cui la societa' secolarizzata propina distrazioni e distoglie dalla bellezza dell'essere cristiani. Cosa significa per te trasmettere la fede?

D: Non posso nascondere che trasmettere la fede per me ed oramai anche per mio marito, e' diventata la nostra vita; nel senso che siamo appunto impegnati in questo apostolato da quasi 4 anni, che ci ha completamente stravolto la vita, che ci porta in giro in tutta Italia, che ci fa incontrare tantissime persone e che ci fa godere dei meravigliosi frutti di Dio nella vita degli altri, attraverso questa opera di evangelizzazione. Quindi la trasmissione della fede per noi e' diventata la vita, pero' ecco questo modo di trasmettere la fede agli altri non lo avrei mai immaginato; mai avrei immaginato che il Signore mi chiedesse questo. Pero' devo fare un piccolo appunto: la trasmissione della fede non e' semplicemente questo apostolato che in questo caso specifico e' una missione, la trasmissione della fede è un dovere ma anche un onore, un qualcosa alla quale tutti noi battezzati siamo chiamati, ognuno con i propri mezzi, nel proprio modo, nel proprio mondo piccolo o grande che sia, e quindi e' una chiamata del cristiano, del battezzato, di tutti soprattutto in famiglia ai propri figli. Noi abbiamo un bambino, Emmanuele Maria, e credo che la migliore via di trasmissione della fede in famiglia sia l'esempio. Emmanuele e’ molto piccolo e non abbiamo iniziato a fare discorsi, perche' non parla nemmeno, pero' questi primi passi di trasmissione della fede che abbiamo fatto con lui, e che io consiglio a tutti, e' che gia' dalla gravidanza il bambino lo abbiamo consacrato al Cuore Immacolato di Maria. 
La trasmissione della fede oltre all'esempio ed al parlare e insegnare e raccontare ai figli credo che sia proprio un modo di vivere che gia' 2 fidanzati possono preparare come terreno appunto consacrando i futuri figli che Dio vorra' dare nel matrimonio. Consacrarli anche nel momento in cui una donna e' incinta. L'abbiamo rifatto questa consacrazione quando aspettavamo nostro figlio, lo abbiamo consacrato al cuore Immacolato di Maria ed alla Divina Volonta’. Credo che questa trasmissione di fede passi appunto per lo stile di vita e il preparare il terreno fin da subito, che siano due ragazzi appena fidanzati o appena sposati. Ora Emmanuele e' sempre a messa con noi e quando arrivera' il momento di trasmettere la fede nel senso di parlare e raccontare faremo anche questo passo, pero' ecco per ora credo sia importante comunque gia' immergere i propri figli nell'ambiente divino il piu' possibile.

3) Il gruppo "Stile di vita di una folle donna cattolica" e' ispirato alla vita quotidiana di noi donne cattoliche (non solo mamme) in cui la moda ne fa anche parte. Una donna cattolica, sebbene non abbia dei criteri precisi da seguire (non necessariamente) puo' seguire il suo buon senso nella scelta quotidiana del vestirsi, e si distingue pero' anche nella moda, nella cosiddetta moda modesta. Cosa ne pensi della moda e quale e' il tuo stile di vita? (a chi/cosa ti ispiri).

D: Io in realta' non ho un riferimento in chi o cosa mi ispiro. Cerco di essere una persona semplice; e' un po' nel mio stile di essere semplice anche perche' mi costa fatica il tirarmi e fare chissa' cosa. Anche ora col bambino e' davvero impegnativo trovare il tempo. Diciamo che prima della conversione ero molto piu' eccentrica, infatti questo e' testimoniato da alcuni video di canzoni precedenti, che ci sono su internet, da alcune foto che ci sono su Facebook, dove indossavo abiti scollati, gonne e i tacchi, col viso molto truccato. Credo che innanzitutto il pudore, la purezza, il buon gusto e il buon senso siano una cosa importante da proteggere. E' ovvio che ora non mi metterei mai delle cose scollate o delle gonne corte perche' saprei di andare a favore di un atteggiamento che innanzitutto ha l'intenzione di farmi vedere. Perche' una si mette la gonna corta? Per far vedere le gambe. Perche' si mette una scollatura? Per far vedere il decolte', il seno. Quindi l'intenzione e' che mi faccio vedere, l'intenzione e' di stare al centro, l'intenzione e' io io io. L'intenzione non e' la gloria di Dio ma e' di cercare la propria gloria, stima e interesse personale. Penso che ognuno dovrebbe cercare la gloria di Dio e non la gloria del proprio io. E in più c'e' l'aggravante che si inducono gli uomini a commettere pensieri non puri; quindi metto in pericolo di peccato anche gli altri. Io vedo che se una persona davvero cerca la glora di Dio e vuole cercare il nascondimento, che per una donna sposata con figli, non significa essere una suora di clausura, ma significa avere un atteggiamento umile (Per esempio io sono una cantante per cui posso vivere questa cosa in due modi: o con un atteggiamento di nascondimento o di esibizionismo). La prima parte della mia vita, era caratterizzata al mio voler essere sempre al centro dell'attenzione. Ora il mio obiettivo e' la gloria di Dio e certamente non vado vestita e truccata come se andassi a rimorchiare persone. Ovviamente ci sono tutte le sfumature di mezzo: cioe' non vuol dire che non bisogna truccarsi o non mettersi i tacchi pero' se tutto e’ fatto con modestia con purezza e nascondimento cioe' con un atteggiamento di non mettersi in mostra o con atteggiamento umile che non cerca gli sguardi e la propria gloria, si testimonia la presenza di Cristo anche in una bella donna ben vestita e ben curata. Perche' non e' che ci siano solo due opzioni cioe’ o siamo vestite da meretrici o da suore. No. Una cura di se' con dignita' e senza l'intenzione di esibirsi, e' una cosa buona. Se l’intenzione e’ la gloria di Dio ogni cosa viene da se': la scarpa viene da se', il trucco viene da se' e le scelte quando vado a comprare vengono da se', perche' io prima di ogni cosa metto Dio e non il mio io.

Spero di essere stata esaustiva. Un grande bacio a presto.
Debora Vezzani
(di Maristella Pignatelli Saraceno)