sabato 2 dicembre 2017

Spiritualità dal Basso (quinta parte)



Buon pomeriggio,
ecco come promesso la nuova parte del libro Spiritualità dal Basso.
In questa parte tratteremo da pag. 34 a pag.60, sono parecchie ma da 46 a 60 praticamente non dirò nulla se non qualche piccolo accenno poichè vanno semplicemente lette.

La Spiritualità dal basso è descritta in modo perfetto nella Regola di San Benedetto da Norcia, precisamente nel capitolo 7, dedicato all'umiltà.
(7 significa trasformazione dell'uomo a opera di Dio, inoltre sono i sacramenti e i doni dello Spirito Santo).
Attraverso l'umiltà scendiamo nella nostra "terrenità", ci rendiamo conto che non siamo solo Spirito ma anche il corpo è importante e deve essere in simbiosi con tutto i resto.
Basilio aveva come motto "Umiltà ---> conosci te stesso"
Attraverso questo stato si ha la convinzione della propria incapacità di diventare pio e Santo sa soli, inoltre è uno stato che non si acquisisce ma è un percorso di crescita con Dio.

Può sembrare assurdo ma la via , il fine, dell'umiltà non è l'umiliazione bensì l'Innalzamento!
Ricordiamoci di Gesù,lui è asceso  al cielo,  ma prima è dovuto scendere negli abissi della realtà umana.

14 Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». (Lc 18,14)
Se pensiamo invece al Fariseo, lui è la classica persona che pensa di poter fare tutto da solo per cui non ha capito nulla di Dio.
Il pubblicano si affida completamente a Dio perchè sa che da solo non può farcela.

Benedetto da Norcia paragona il percorso/itinerario dei 12 gradini (che si trovano nel 7°capitolo della Regola) alla scala di Giacobbe, la scala è vista come immagine di contemplazione.I Padri della Chiesa ritenevano che essa fosse immagine della Provvidenza divina, mentre altri vedevano in essa una prefigurazione dell'Incarnazione di Cristo. Ponte gettato tra cielo e terra, la scala ispirò generazioni di mistici e di sognatori, i quali videro in essa una via per raggiungere altri mondi, altri universi, altre dimensioni. 
12 Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. 13 Ecco il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. 14 La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra. 15 Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto». 
Sant'Agostino chiama Gesù "Scala Nostra"! Per cui la scala è un elemento ricorrente nella spiritualità.

Ora vediamo i 12 gradini come sono suddivisi; anche in questo caso il numero 12 non è casuale, ma riporta alle 12 tribù di Israele e ai 12 Apostoli.
GRADINI: 1-4 Volontà
                   5-8 pensieri e sentimenti
                   9- 12 corpo
I 12 gradini sono la totalità dell'Uomo che va presentata a Dio affinchè venga trasformata.
Nello specifico rappresentano:
1° Gradino: Relazione con Dio.
2° Gradino: Trasformazione della volontà (a cui si è attaccati in modo ostinato, va smantellata)
3° Gradino: Ascolto e obbedianza
4° Gradino: Trasformazione della volontà (mira alla purificazione)
5° Gradino: Trasformazione dei sentimenti (attraverso un colloquio con un Padre spirituale poichè si deve essere guidati in modo da non reprimerli ma affrontarli).
6° e 8° Gradino:Confronto con la verità interiore
7° Gradino: Riconciliarsi con il fallimento
9° e 10° Gradino: Trasformazione del Corpo (riferito al nostro parlare)
11° Gradino: Ridere di liberazione e letizia!
12° Gradino: Fare attenzione alla presenza di Dio; si manifesta in atteggiamenti, gesti etc... La presenza di Dio vuole esprimersi fin dentro il mio corpo.

La spiritualità di Benedetto inizia dal basso della realtà umana!
Come mi ha detto proprio ieri il mio padre spirituale, dobbiamo capire i nostri atteggiamenti, poi vanno modificati ma prima cosa non dobbiamo criticare gli altri poichè prima dobbiamo cambiare noi stessi.
Non possiamo pretendere che gli alti siano ciò che noi vogliamo per cui reputo saggio adattarsi all'interlocutore (trovare il modo di parlarci al meglio) e a chi ci troviamo di fronte, solo cosi potremo vivere cristianamente anche con gli altri e coloro che seguono altre strade.

Benedetto inoltre ci dice che l'amore perfetto è suddiviso in tre parti:
- AMOR CHRISTI : relazione con Lui
- CONSUETUDO IPSA BONA (buona abitudine):  osservanza dei precetti dall'interno
- DILECTATIO VIRTUTUM (gioia del praticare la virtù): Il piacere della propria forza donataci da Dio attraverso lo Spirito Santo.

Ho cercato di essere piuttosto sintetica dato che tutto sommato poi rischierei di ripetere le stesse riflessioni maturate nelle pagine precedenti.
In  molti punti il libro è particolarmente ripetitivo motivo per cui ho preferito evitare riflessioni riguardo le pagine successive.
Pag.46-54 tratta della spiritualità dal basso nella psiclogia, nell'idea che  il vergognarsi dei proprio difetti ed imperfezioni porti l'uomo a chiudersi anche verso gli altri.
Pag 54-60 tratta la spiritualità dal basso nelle fiabe. Fiabe che oltretutto nemmeno conoscevo per cui è una parte che va  letta per avere altri esempi di situazioni in cui si vive una SA invece di una SB.
Le fiabe citate sono:
- Le tre lingue
- La signora Holle
- La chiave d'oro.

Il prossimo passo sarà leggere da pag. 61 a pag. 103; è parecchio ma avrete tempo fino al 2 gennaio!!
Preferisco fare un blocco unico in modo che riusciamo a finirlo in poco tempo dato che ci sono altri progetti per il nuovo anno.
La pausa avvento ci stà cosi non ci sono troppi impegni.
Buon avvento, buona lettura e un caro Abbraccio.
Cristina.

venerdì 24 novembre 2017

Siano Lodati i messaggi vocali.



Buon pomeriggio,
titolo del post piuttosto particolare ma sappiate che ha un senso ben preciso e lo scoprirete subito.
Lunedi ho partecipato alla riunione catechisti dove avremmo discusso riguardo le iniziative relative all'avvento, tra le varie cose è stato fatto un riassunto del corso di formazione dei catechisti che è terminato un paio di settimane fa.
Il tema di questo ultimo blocco dell'anno riguardava l'ascolto, quindi ogni incontro era incentrato su attività che portassero a capire come ascoltare gli altri in questa società che in realtà non ascolta più.
Uno degli esercizi pratici, portava i partecipanti a dividersi in piccoli gruppi di 3 o 4 persone, una persona raccontava per pochi minuti alcune esperienze e andava semplicemente ascoltata.
Una volta rientrati nel salone comune però c'era la sorpresa, ovvero si doveva raccontare agli altri gruppi cosa aveva detto la persona che parlava in modo da rendersi conto cosa effettivamente ognuno aveva ascoltato a riguardo.
Può  sembrare un esercizio banale ma in realtà non è affatto cosi!
Quante volte ci ritroviamo di corsa a non ascoltare gli altri, oppure ad ascoltarli a metà perchè o non abbiamo tempo oppure siamo ansiosi di dire la nostra e parlare noi.
Quante volte le persone dialogano e anzichè ascoltare in silenzio aspettando il proprio turno si ritrovano ad accavallarsi nei discorsi cosi che poi non si capisce più nulla.
Questa è una cosa che ho notato tantissimo sia tra i bambini che tra gli adulti... ultimo esempio lampante è stato quando ho partecipato all'interclasse come rappresentante di seconda elementare proprio un paio di settimane fa.
Le insegnanti tra loro parlavano e si accavallavano, ascoltavano a metà, si parlavano una sopra l'altra e non si capiva nulla.. come possono i nostri figli avere rispetto dell'ascolto se gli adulti spesso sono peggio?
Ascoltiamo veramente i nostri figli?

Perchè il titolo "Siano lodati i messaggi vocali?"
Proprio per questo discorso di ascolto.
Quando si parla al telefono (e io non amo stare al telefono), spesso ci si ascolta a metà, soprattutto le telefonate lunghe le trovo deleterie, ci sono persone che parlerebbero per ore senza rendersi conto che magari dall'altra parte la persona ha qualcosa da dire; oppure appena l'altra persona prende parola ecco che torna all'attacco volendo ribadire o aggiungere altro senza ascoltare un eventuale consiglio o risposta...

Vogliamo parlare dei messaggi?
Quelli poi.... con il forte rischio di interpretare male i toni, leggere male, leggere sensi che non ci sono, o interpretare in  modo sbagliato.. aiuto!!!
Possono essere tanto belli, un ricordo da rileggere con il passare del tempo, ma certe volte riusciamo a rendere negativo anche quello.
Anni fa  non era cosi, credo che le cose anche da punto di vista delle interpretazioni siano cambiate, ci facevamo meno paranoie e davamo meno interpretazioni forse perchè avevamo la mente più sgombra e meno arrabbiata.

Perchè allora i messaggi vocali sono il top?
Perchè devi ascoltare, sei costretto ad ascoltare! (e non è una minaccia XD)
Non puoi interpretare come vuoi perchè il tono è presente, non puoi ascoltare a metà perchè altrimenti fai una figuraccia ed è palese che non hai ascoltato, ma la cosa più bella è che ascolti veramente l'altra persona senza sovrastarla per cui rispondi solo dopo aver ascoltato tutto.
Capita a volte di leggere link simpatici su facebook riguardo la noia di ascoltare messaggi vocali che superino i 2 minuti e diciamo che è un pò il punto focale di questo post, ovvero la reale mancanza di voglia di ascoltare gli altri.
Da quando ho iniziato ad ascoltare note vocali altrui, ho ripreso ad apprezzare la bellezza dell'ascolto, si per carità note lunghe possono essere pesanti da ascoltare ma mettetevi nei panni dell'altra persona... ha voglia di raccontarvi qualcosa di se, oppure vi chiede un parere e voi potrete rispondere con un'altra nota vocale esprimendo voi stesse senza interruzioni, e l'altro vi ascolterà e credo sia bello sapere che siamo ascoltati veramente dagli altri.

Anche in Chiesa spesso noto che se non ci sono i foglietti con i brani della Bibbia che verranno letti, ci si distrae con più facilità rispetto al doverli seguire, io stessa faccio fatica quando non ci sono e credo sia una conseguenza del fatto che abbiamo bisogno di avere tutto subito e alla portata dei nostri occhi, altrimenti non consideriamo nemmeno ciò che ci circonda.

Un buon proposito per l'avvento che sta arrivando, potrebbe essere l'impegno ad ascoltare di più gli altri, a mettere un pò da parte noi stessi, la possibile nostra esuberanza e ricerca d'attenzione per dedicarci al bisogno degli altri di essere realmente ascoltati.
Di seguito ecco una riflessione di Papa Francesco del 25 Giugno 2015

Ci sono — ha spiegato il Papa — «tre parole chiave per capire questo: parlare, fare, e ascoltare». Si parte dal «parlare». Afferma Gesù: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei Cieli». E continua: «In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo fatto profezie nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”». Ma a costoro risponderà: «Non vi ho mai conosciuti, allontanatevi da me voi che operate l’iniquità».
Perché questa opposizione? Perché, ha detto il Pontefice, «questi parlano, fanno», ma manca loro «un altro atteggiamento, che è proprio la base, che è proprio il fondamento del parlare, del fare»: manca «l’ascoltare». Infatti Gesù continua: «Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica...». Dunque «il binomio parlare-fare non è sufficiente», addirittura può anche ingannare. Il binomio corretto è un altro: è «ascoltare e fare, mettere in pratica». Infatti Gesù ci dice: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Poi viene la pioggia, soffiano i venti ma la casa rimane salda perché è una casa rocciosa, fatta sulla roccia». Invece «quello che ascolta le parole ma non le fa sue, le lascia passare, cioè non ascolta sul serio e non le mette in pratica, sarà come quello che edifica la sua sabbia».

Nel frattempo grazie per avermi letta...
Un caro abbraccio
Cristina

mercoledì 15 novembre 2017

Spiritualità dal basso (quarta parte)



Buon pomeriggio,
eccoci con la quarta parte delle riflessioni riguardo il libro "Spiritualità dal Basso", questa sarà breve, mentre le successive saranno più ampie altrimenti non lo finiamo più.

"Le Tradizioni del monachesimo".

In questa parte si parla della vita monastica e dell'incontro con Dio; il percorso dei monaci può valere anche per noi poichè il percorso è lo stesso, ovvero scendere nella propria realtà per poter arrivare a Dio.
Scendere nella propria realtà non significa solo capire i propri limiti e le proprie debolezze, ma anche essere consapevoli delle proprie passioni e i propri pensieri.
Se siamo consapevoli dei nostri peccati e non li giustifichiamo, ma cerchiamo di capire il nostro errore e vogliamo migliorarci in modo concreto, allora chiedendo aiuto a Dio la strada verso di lui è si tortuosa ma leggera.

C'è un passaggio del libro che trovo particolarmente complicato poichè se si interpreta nel modo sbagliato si rischia di sbagliare completamente il percorso.
Il passaggio è:
"Gli orgogliosi soffrono costantemente a causa dei demoni. Signore - gli dico io - giacchè tu sei misericordioso, fammi sapere cosa devo fare affinchè la mia anima diventi umile! E il Signore rispose alla mia anima: Tieni la tia coscienza nell'inferno e non dubitare." (Lafrance, 53s)

Perchè mai dovrei tenere la mia anima all'inferno se la mia vita di cristiana dice l'opposto?
Sappiamo tutti che l'inferno equivale alla separazione da Dio, allora perchè mai dovrei restarci? il mio scopo è decisamente diverso!
Ecco, in realtà questo passaggio ci dice una cosa meravigliosa.. ovvero che quando finiamo negli abissi, quando tocchiamo il fondo, non dobbiamo scappare per voler tornare il superficie il prima possibile, ma dobbiamo restare in quell'abisso per capirlo, per comprendere noi stessi e per renderci conto che solo Dio può risollevarci.
Il fuggire dall'abisso può essere la cosa migliore ma in realtà è un grosso errore perchè scappare non ci rende consapevoli delle nostre fragilità e dei nostri limiti, ma cosa più importane, non ci fa affidare a Dio....

Un passaggio bellissimo per comprendere la spiritualità dal basso riguarda una citazione di un abate, Antonio:
"Se vedi che un giovane monaco con la sua volontà vola verso il cielo, afferralo per i piedi e tiralo giù, poichè non ne ricaverebbe alcun vantaggio" (Smolitsch, 32)
Questo è soprattutto un errore dei giovani, come abbiamo detto anche nelle parti precedenti parlando degli Ideali.
Se non conosciamo noi stessi, non possiamo pensare di conoscere Dio.
Per quanto nel nostro immaginario collettivo pensiamo che sia una scala verso l'alto che ci porterà a Dio, in realtà dobbiamo prendere una scala che scende.

"[...] tutto ciò che Dio permette che accada, non c'è niente di inadatto; al contrario, tutto è sensato e conforme al fine.[...]" (doroteo)

Mettiamoci in riflessione:
prendiamo i nostri peccati, possiamo anche scriverli su di un foglio per avere un quadro più concreto, poi vediamo di capirli magari appuntando riflessioni di giorno in giorno.
Non è un lavoro semplice, ci vorrà tantissimo tempo ma credo possa essere estremamente utile per poter essere coscienti di ciò che c'è realmente dentro di noi.
Dopo questo lavoro ci si confessa, vi posso assicurare che la confessione verrà vissuta in modo molto diverso sia il durante che il dopo.
E' un modo per vivere la preparazione al sacramento in modo più profondo e per arrivare all'incontro con Dio che può avvenire in confessionale.
Poi mi direte se avete notato qualcosa di diverso...

A presto con la prossima parte.
Un caro abbraccio
Cristina

venerdì 10 novembre 2017

San Martino, per noi portatore di doni.


Buonasera,
stasera inizio i port riguardo le "tradizioni di famiglia" dato che si avvicina il periodo natalizio e con esso Santa Lucia e Babbo Natale con i loro doni.
Ne parlo in largo anticipo per un motivo semplice,  sono cresciuta con San Martino come apripista delle festività, ed essendo domani la sua festa è il momento per scrivere qualcosa.
Nel nostro paesello c'è la chiesa di San Martino e all'esterno è presente il disegno (fatto con le pietre) di questo Santo a cavallo.
Qualche anno fa scrissi già un post  riguardo ma preferisco dividerli per parlarne meglio.

San Martino, vescovo, nel giorno della sua deposizione: nato da genitori pagani in Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, e chiamato al servizio militare in Francia, quando era ancora catecumeno coprì con il suo mantello Cristo stesso celato nelle sembianze di un povero. Ricevuto il battesimo, lasciò le armi e condusse presso Ligugé vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers. Ordinato infine sacerdote ed eletto vescovo di Tours, manifestò in sé il modello del buon pastore, fondando altri monasteri e parrocchie nei villaggi, istruendo e riconciliando il clero ed evangelizzando i contadini, finché a Candes fece ritorno al Signore. (Tratto da Santi e Beati) 

San Martino, per i bambini è portatore di doni con il suo cavallo, per noi adulti è il santo che tagliò il suo mantello per riscaldare un povero, nonostante avesse genitori pagani, all'età di 10 anni volle diventare cristiano; a 18 anni dopo il gesto del mantello e aver ricevuto in sogno Gesù Cristo, si fece battezzare.

Da piccoli aspettavamo con trepidazione questo momento, era tradizione preparare la sera prima delle carote e delle foglie (delle betulle che avevamo in giardino)  per il cavallo di San Martino in fondo alle scale, il tutto ovviamente sistemato con molta cura.
Preparavamo anche qualcosa da mangiare e da bere per il Santo.
Inoltre non poteva mancare la letterina sia per casa nostra che per i nonni, dove di solito scrivevamo:
"Caro San Martino,
sono una bambina (bambino) piuttosto brava (o) , portami quello che vuoi."

Il giorno dopo per prima cosa andavamo a controllare che il cavallo avesse mangiato tutto per capire se era passato, e solo dopo andavamo a controllare i doni ricevuti e trovavamo sempre il bicchiere vuoto e qualche briciola del cibo che avevamo preparato.
Dopo il controllo andavamo dai nonni che abitavano di fronte nella speranza di aver ricevuto qualcosa.
A casa nostra un lato del tavolo era per me e l'altro per mio fratello, dai nonni invece i regali erano su due poltrone, quella di destra mia e quella a sinistra per mio fratello.

Sono passati tanti anni ma ricordo ancora la gioia nel preparare la letterina e il cibo per il cavallo.
Erano momenti difficili da dimenticare soprattutto per si respirava una serenità che difficilmente andava oltre le feste quindi diciamo che "facevamo il pieno" in queste occasioni.

Da qualche anno vivo in un paese diverso, è solo a 5 km di distanza quindi particolarmente vicino ma qui come in tutti i paesi vicini, non festeggiano San Martino; in realtà il nostro era l'unico paese della zona ad averlo come tradizione.
Devo ammettere che mi manca il fatto che qui non si festeggi, c'è da dire che i nonni vivono ancora nel paese dove siamo cresciuti quindi i bambini fanno lo stesso la letterina, ma non è la stessa cosa.
Ieri hanno preparato le letterine, una l'hanno data ai nonni (genitori di mio marito), mentre stamattina ho portato l'altra l'ho portata stamattina a mio padre.
Domani nel primo pomeriggio andremo a vedere cosa hanno portato (in realtà ho preso io stamattina dei vestiti per tutti e tre i bambini e li ho portati ai nonni, l'incognita sarà mio padre che di solito abbonda).

A dicembre si passa a Santa Lucia, non sento questa festività come portatrice di doni non avendola mai vissuta in prima persona ma all'asilo di mio figlio fanno trovare un piccolo dono per ogni bambino nelle loro classi, quando si arriva la mattina si trova in giro del fieno, scatoloni, un piccolo caos per far credere ai bambini che nella notte Santa Lucia è stata all'asilo per portar loro dei piccoli doni.

La prossima sarà Santa Lucia, ma ne parleremo tra un pò...
Non esiste nulla di più bello che trasmettere di generazione in generazione questo genere di tradizioni per far sognare i bambini e perchè no, far sognare anche noi adulti insieme a loro.
Che il Signore vi benedica.
Cristina.

giovedì 9 novembre 2017

Spiritualità dal basso (3° parte)



Buon pomeriggio,
eccoci con il terzo incontro del book club, cosi finalmente anche nel blog ora ci sono i primi tre incontri; la prossima settimana continueremo a cadenza ben precisa.
Il secondo incontro  lo trovate QUI.

2° Capitolo, da pag. 17 a pag 28. "Esempi Biblici"

Nella Bibbia troviamo esempi perfetti di persone che hanno sperimentato la spiritualità dal basso, hanno commesso gravi colpe e hanno gridato a Dio dal profondo.
Nell'Antico testamento tra i tanti troviamo 3 personaggi importanti:

- Abramo, che in Egitto rinnega sua moglie (per un suo vantaggio), deve poi intervenire Dio per liberare Abramo dalle conseguenze della sua bugia. (Gen 12, 10-20)

- Mosè, era un omicida; in un eccesso di rabbia aveva ucciso un egiziano.
Si dovrà confrontare con la propria inutilità (con l'immagine del roveto ardente), per essere assunto da Dio proprio da fallito.

- Davide, va con Bersabea, la moglie di Uria. Lei resta incinta e lui ordina di mandare in guerra il marito in modo che resti ucciso.

Le figure chiave dell'Antico Testamento prima hanno attraversato l'abisso, hanno  scoperto la loro impotenza, per porre la speranza in Dio lasciandosi trasformare diventando figure-guida della fede e dell'obbedienza.

Nel Nuovo Testamento Gesù sceglie Simon Pietro come base della sua comunità, colui che lo ha rinnegato e tradito.
Gesù non aveva scelto apostoli pii e affidabili, ma peccatori e difettosi su cui ha fondato la Chiesa perchè erano testimoni adatti della Misericordia di Dio.

Pietro, è diventato roccia per gli altri, ma in realtà la roccia non è lui ma la fede.

Paolo, da buon fariseo era un rappresentante della Spiritualità dall'alto, quando cadde da cavallo, proprio li, a terra, sperimenta la sua impotenza.
Quell'impotenza della spiritualità dal basso, ovvero essere in balia della propria realtà di miseria; in quel momento sperimenta che Cristo agisce in lui trasformandolo.
La sua vicenda fa capire che non possiamo raggiungere Dio attraverso la virtù e l'ascesi ma riconoscendosi impotenti.

Chissa quante volte abbiamo sperimentato la spiritualità dal basso senza però rendercene conto,, o per lo meno senza riuscire a darle un nome, ad identificarla per fare in modo che ci potessimo trasformare.

La potenza di Dio si manifesta tanto più fortemente in noi, quanto minore è la nostra forza.
Se siamo sani e forti (sotto ogni aspetto), come possiamo fare spazio a Dio?

Gesù come abbiamo detto, ha una spiritualità dal asso, si rivolge a pubblicani e peccatori perchè sono aperti all'amore di Dio.
I "giusti" invece, ruotano intorno a se stessi nel loro sforzo di perfezione spirituale, ciò non toglie che lo fanno er piacere a Dio ma mettendo se stessi al centro sbagliano strada, infatti Gesù con loro è duro!
Se si è perfetti nei precetti e nel seguire i comandamenti, ma non si è misericordiosi e piccoli, Dio in realtà è lontano dalla nostra vita.

Il libro cita delle parabole eccellenti come esempio della strada da seguire; la parabola del fariseo e del repubblicano (Lc 18,9-14) ; del tesoro nascosto (Mt 13,44-46) ; della perla preziosa (Lc 15,8s) e della zizzania (Mt 13,24-30).

Tratterò nello specifico due di queste parabole:
- la parabola della perla preziosa.
Questa parabola ci fa riflettere su un aspetto della spiritualità dal basso, ovvero la nostra relazione con Gesù.
Gesù lo possiamo vedere come la perla, come sappiamo le perle crescono nelle ferite delle conchiglie, nello stesso modo Gesù cresce in noi e lo troviamo proprio quando siamo i contatto con le nostre ferite e le riconosciamo.
E' proprio nella ferita che cresce una relazione con Dio.

- la parabola della zizzania.
In questa parabola ritroviamo ancora l'ideale di cui abbiamo già parlato, in questo caso l'ideale è rappresentato dall'Uomo puro e giusto (il grano buono) senza difetti o debolezze.
La zizzania invece rappresenta l'uomo con difetti, che non segue con rigore la fede, che "cade"...
Tutto questo è un lato della spiritualità dall'alto che porta a voler avere una chiesa perfetta, che esclude il peccatore e il debole, praticamente l'opposto di ciò che in realtà vuole Gesù.
La parabola insegna moltissimo; i servi che vogliono estirpare la zizzania sono come l'idealista rigoroso che vorrebbe estirpare ogni difetto subito.
Ma il Signore risponde:
<< No, perchè non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura>>

Tutto questo cosa vuole farci capire?
Chi vuole essere senza difetti finisce per estirpare la sua vitalità, nell'estirpare la sua debolezza distruggerebbe anche la sua forza
Sul campo di chi vuole essere corretto in tutto e per tutto crescerà solo del grano povero.

Sempre in riferimento alla parabola della zizzania, ricordiamoci che alla fine della nostra vita terrena sarà Dio a separare la zizzania dal grano buono; non spetta a noi farlo!

Solo capendo chi siamo veramente possiamo lasciar convivere la zizzania e il grano buono, snaturando noi stessi e quindi estirpando prima del tempo, ci ritroveremo ad avere un raccolto misero.

Se ci pensiamo bene, l'incarnazione di Dio in Gesù Cristo è il segno tangibile della spiritualità dal basso.
Gesù è nato in una stalla, in provincia, in un corpo di uomo che prova sofferenza.
La discesa e l'ascesa sono fondamentali, in ogni religione sono fasi che vedono come fine la trasformazione di Dio.

Concludo citando la lettera ai Filippesi di Paolo:
"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e diventando simile agli uomini; [...] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Fil 2,6-9)

Buona serata
Cristina

mercoledì 8 novembre 2017

Spiritualità dal Basso (parte 2)


Buon pomeriggio,
eccoci finalmente con il secondo incontro di riflessione riguardo il libro "Spiritualità dal basso" (il primo lo trovate QUI).
Dato che da ora in poi il salotto di lettura condivisa sarà principalmente svolto in modalità  di scrittura, tutti i capitoli e gli incontri verranno pubblicati qui.
Iniziamo subito con le considerazioni.
(piccola nota: ogni tanto utilizzerò SA per indicare la spiritualità dall'alto: SB per indicare la spiritualità dal basso)

Il Secondo incontro riguarda da pag. 11 a pag. 15.

La spiritualità dall'altro ha una tendenza molto forte verso "l'ideale", ritrovandosi però in questo modo a non considerare gli altri che ci circondano.
Ma cosa significa questo?
La spiritualità dall'alto ci pone degli ideali, ovvero qualcosa di concreto per cui lottare; i giovani hanno la tendenza a inseguire degli ideali e a lottare per essi, diventa quasi un bisogno.
Se mancassero gli ideali, i giovani si ritroverebbero a cercare/provare modi per sentirsi vivi nel modo sbagliato ovvero attraverso la violenza, il degrado, il bullismo...e al giorno d'oggi ne abbiamo la prova guardando i telegiornali.
Gli ideali sono fatti apposta per scoprire le possibilità che Dio ci ha donato, quindi servono, ma abbiamo anche bisogno di immagini e persone esemplari, cosa di cui il mondo di oggi è carente.
Avere un modello, significa avere un punto fermo e una linea orientativa che ci possa guidare in ciò che facciamo.
Non serve per forza pensare a personaggi famosi  oppure televisivi, gli esempi migliori li abbiamo magari stampati e chiusi nel portafoglio o in macchina come semplice "porta fortuna" (termine pessimo ma molti li utilizzano cosi).... sono i Santi.

Ebbene si, i Santi sono un esempio da seguire ma si deve stare molto attenti, dobbiamo  trovare il modo giusto, altrimenti rischiamo di avvilirci perchè essere come loro è difficile.
La voglia però di emularli deve incoraggiarci per due cose:

- a non essere troppo modesti (la modestia può anche essere un difetto)
- a scoprire la nostra vocazione personale.

Tutto questo è spiritualità dall'alto, una spiritualità che non va assolutamente eliminata dalla propria vita, ma va semplicemente accantonata per scoprire la spiritualità dal basso.
entrambe poi cresceranno insieme poichè un percorso unilaterale diventa controproducente.

Non si può quindi fare a meno della SA perchè sveglia la vita che è in noi!

Tornando agli ideali, nel momento in cui ci rendiamo conto che sono irraggiungibili, pur di non rassegnarsi, si rischia di rimuovere la propria realtà identificandosi con l'ideale.
In poche parole, si proiettano le frustrazioni sugli altri non guardando più se stessi, il tutto per volersi attenere all'ideale prefissato.
ESEMPIO: la rimozione del male in noi, porta a demonizzare gli altri.

Se la SA con gli ideali ci fa scoprire la vita che c'è in noi, per rimanere vitali si deve però scoprire la SB!

La scissione, ovvero la separazione di SA e SB porta a vivere su due piani diversi che non interagiscono tra loro, per cui non va eliminata la SA ,a messa da parte partendo dal fatto che siamo consapevoli della sua esistenza e presenza costante nella nostra vita.

Come ho detto anche nel precedente post, la SA si trova all'inizio del nostro cammino spirituale perchè cosi ci viene insegnato.
Arriva poi per ognuno il momento di coniugare queste due realtà spirituali per vivere a pieno il nostro rapporto con Dio.

Il pericolo e l'errore che si commette seguendo solo la SA, consiste nel pensare di raggiungere Dio solo con le proprie forze.
Non possiamo fare di noi quello che vogliamo, tocchiamo i nostri limiti per poi capire che soltanto la grazia di Dio ci può trasformare.

venerdì 6 ottobre 2017

Spiritualità dal basso. (parte 1)


Buon pomeriggio,
oggi a differenza del solito, vi parlo di un libro che mi è stato consigliato da un'amica e che mi ha aperto un nuovo modo di vedere e vivere la spiritualità.
Mi è piaciuto talmente tanto che nel gruppo "Stile di vita di una folle donna cattolica" sto facendo un book club dove parliamo e commentiamo i vari capitoli etc.
Partiamo dagli autori, che personalmente non conoscevo, mentre altre del gruppo avevano già letto scritti di Grun.

Anselm Grun: è dottore in teologia e monaco benedettino, è priore amministratore di un'abbazia in Germania. Noto come uno dei più fecondi e apprezzati autori di spiritualità in Europa.
Meinrad Dufner: artista, guida spirituale e monaco insieme a Grun.

Il book Club è appena iniziato e il primo incontro riguardava l'introduzione del libro, solo 5 pagine ma sono riuscita a fare un'ora di discorso.
Ho per questo pensato di proporre qui nel blog un riassunto di ogni incontro che verrà fatto a cadenza circa quindicinale.
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L'introduzione parte facendo un'analisi attuale della condizione spirituale delle persone, ovvero una continua ricerca di percorsi per trovare la pace interiore, trascendenza, armonia e il tutto spesso viene automaticamente collegato alle discipline e religioni orientali.
Credo sia quasi scontato pensare a quel filone spirituale senza pensare minimamente al Cattolicesimo, questo perchè spesso si pensa che tutto sia impostato con delle regole da seguire ed è finita li, non prendendo minimamente in considerazione l'idea che si possa guardare dentro se stessi per vivere una spiritualità cattolica diversa e più profonda.
La  spiritualità dei monaci dei primi secoli è un tesoro immenso, loro vivevano della sorgente interiore, lo Spirito Santo!
Oggi invece non si è più abituati ad invocare lo Spirito Santo, io stessa non sono stata abituata a farlo e faccio moltissima fatica anche solo a pensarci.
La spiritualità è il vivere la vita che conduce a Dio e al proprio vero sè, perchè se non conosciamo realmente noi stessi come possiamo provare ad avere un rapporto sincero con Dio?
Questo libro ci porta a scoprire due tipologie di spiritualità divise ma complementari, una spiritualità dall'alto e una dal basso.

La spiritualità dall'alto riguarda lo studio della Sacra Scrittura, lo studio della morale cristiana, il mettere in pratica i comandamenti per essere un cristiano perfetto, spesso si ha anche una visione di se stessi non sempre esatta.
Inoltre si può incorrere in un grosso rischio, ovvero snaturare se stessi per ambire alla perfezione.
La spiritualità dal basso ci fa capire che Dio non ci parla solo tramite la Bibbia e per mezzo della Chiesa ma anche attraverso noi stessi, i nostri pensieri e sentimenti, il nostro corpo, i nostri sogni e le nostre debolezze.
Ci si butta a capofitto nei propri sentimenti, nelle proprie paure e nei propri limiti, si cerca di capirne il motivo e si può cambiare rotta o migliorare senza snaturarsi ma comprendendo.
Se vuoi conoscere Dio, impara prima a conoscere te stesso
L'ascesa a Dio comporta una discesa nella propria realtà interiore, per cui una discesa verso il basso ovvero sempre più nella profondità di noi stessi in modo da capire i nostri limiti, fin dove possiamo arrivare per poi dire a Dio "Signore, io posso arrivare fino qui, aiutami tu ad andare oltre".

Il Sè, ciò che siamo, corrisponde al nostro essere autentico e profondo, andando sempre più a fondo possiamo arrivare a conoscere la nostra vera vocazione progettata da Dio.
Spesso ci dimentichiamo che non è la perfezione che ci porta a Dio, la mania di voler essere perfetti ci può distrarre da ciò che significa seguire Gesù; Lui non ha mai stabilito una qualche scala di perfezione, ma una strada che porta in basso, nella profondità dell'umiltà.
Umiltà come atteggiamento religioso di fondo, non vista come virtù sociale che porta a "servire" ma una riconciliazione con la nostra "terrenità" per incontrare e instaurare un vero rapporto con Dio.
Viene presa ad esempio la Regola di Benedetto da Norcia.
La debolezza, l'impotenza e il peccato, a differenza della perfezione,  aprono un varco verso Dio.

Per un cammino di fede autentico la scelta migliore è quella di riscoprire una spiritualità dal basso (possibilmente con un padre spirituale), conoscendo prima se stessi si può aprire una relazione personale con Dio autentica.
Personalmente sono consapevole di avere una spiritualità quasi totalmente dall'alto, come credo moltissimi cattolici, ora devo buttarmi in questo percorso assolutamente non facile, per poter vivere una spiritualità piena.
nel libro vengono fatti parallelismi riguardo queste due tipologie di spiritualità per far capire la differenza in ogni occasione, trovo estremamente utili questi paragoni per poter capire a fondo le due visioni.
Vivere una spiritualità dal basso non significa rinnegare quella dall'alto, significa metterla un attimo da parte (anche perchè oramai è assimilata quindi non si può e non si deve cancellare perchè è comunque la base della vita spirituale) per mettere in primo piano quella dal basso.
Dopo un lungo lavoro, poco a poco si risale e le due spiritualità diventano un tutt'uno e complementari; una non deve sostituire l'altra ma si devono completare.

Tra due settimane ci sarà il primo capitolo.
Buona lettura.
Cristina



martedì 5 settembre 2017

Topo Tip, un topolino che ha qualcosa da insegnare.

Buon pomeriggio,
dopo una lunga pausa fatta di riflessioni, innumerevoli impegni suddivisi tra i tre bambini, l'immenso impegno richieste soprattutto dall'ultimo arrivato in famiglia e la pausa estiva direi che è arrivato il momento di tornare a scrivere qualcosa.
I post non avranno cadenza fissa, ma pubblicherò almeno 4 nuovi post al mese partendo da oggi, potrà capitare di pubblicarne di più....ora non divaghiamo e partiamo con questo nuovo articolo.
Per molte il titolo avrà ben poco senso, per chi invece  ha dei bambini che guardano catoni animati invece sicuramente conoscerà il personaggio di cui parlerò.
Come ben sapete al giorno d'oggi in tv i programmi lasciano molto a desiderare, le scene di violenza sono all'ordine del giorno e personaggi che utilizzano un linguaggio completamente inadeguato spuntano ovunque, inoltre spesso i bambini vengono lasciati (o per meglio dire, in alcuni casi "parcheggiati") davanti alla tv senza un adulto che possa sorvegliare ciò che guardano.
Per quanto mi riguarda c'è una dettagliata selezione di cartoni si e cartoni no, soprattutto perchè i canali tematici vanno dal 40 al 47 del digitale terrestre e spaziano tra moltissime fasce d'età quindi ci vuole un certo occhi di riguardo, soprattutto anche io mi faccio una cultura di cartoni in modo da sapere cosa guardano, oltre al fatto che non solo i più piccoli hanno delle preferenze 😁.
Tra i vari cartoni animati consentiti e che personalmente adoro, c'è  "Topo Tip" di cui parlerò ora, poi nei prossimi post si può parlare anche di Zou (una zebra), Daniel Tiger e altri.
Vi stare anche chiedendo cosa abbia a che fare un cartone animato con un blog cattolico, beh, secondo me è

Ma vediamo subito chi è Topo Tip.

Tip vive la vita attraverso lo sguardo ingenuo di un topino di 4 anni, ed ha una grande fantasia.
Vive  insieme a mamma, papà e la sorellina Tippy,( poi ci sono i nonni, le zie e molti amici) in un angolo di prato in un paese creato con gli oggetti che abbiamo perduto, il letto è una scatola di fiammiferi, il rubinetto è una cannuccia, le sedie sono dei tappi di sughero...
Rispetta e ama i suoi genitori dai quali si sente protetto e amato a sua volta, e vuole molto bene alla sorellina Tippy.
E' contentissimo quando gli dicono che si è comportato bene... solo che a volte non può fare a meno di andare per la sua strada perché gli sembra di aver ragione mentre gli altri secondo lui sbagliano o esagerano... proprio come capita a molti bambini!
Ovunque vada, non si separa mai da Teddy, un orsacchiotto di pezza che adora e che pare capirlo meglio di chiunque altro; per lui non è un semplice orsacchiotto, ma il suo compagno di avventure, il suo alleato e il suo confidente.
Tip passa gran parte del suo tempo a giocare, gioca con qualsiasi cosa, è un sognatore e qualsiasi oggetto si anima di vita propria tra le sue zampette.
Ha tanti amici che non vedono l’ora di giocare con lui.



E’ un topino ben educato e gentile, ricorda sempre di dire grazie (quasi sempre, ma solo perchè ogni tanto se  ne dimentica) e quando qualcosa lo fa arrabbiare, o non si sente capito va a rifugiarsi insieme a Teddy nel suo nascondiglio segreto, un posticino tutto suo dove può sfogarsi con il suo amico di pezza.
Quando invece è proprio convinto di avere "quasi ragione", diventa spavaldo e un po’ monello, ma rimane sempre un cuore tenero.

Ora vediamo i personaggi:
- Jody, un piccolo e allegro tasso, è il migliore amico e vicino di casa di Tip; vive con la mamma che fa la sarta, con il papà, una sorella maggiore e un fratellino più piccolo
Da grandi hanno deciso che faranno insieme gli esploratori-dottori-pittori.


- Tippy, è la sorellina di 14 mesi di Tip, adora il fucsia e adora gattonare, inoltre è molto brava e non piange quasi mai.
Adora farsi coccolare dalla mamma e farsi raccontare storie dal papà.
- Papà, è un bravissimo architetto che sa trasformare uno scarpone in una villa stupenda, ma quando torna a casa si dedica completamente alla famiglia giocando con i bambini e aiutando la mamma nelle faccende di casa.
- Mamma, è una giovane topetta sempre in ordine, lavora da casa preparando torte per il droghiere, adora cucinare per la famiglia e tenere la casa in ordine.
Affettuosa, amorevole e paziente è capace di sdrammatizzare i capricci di Tip e di fargli comprendere i valori della vita.


- Nonno, ora in pensione, si dedica al suo orto e alla vita di campagna, ama stare con i nipotini e rispondere alle loro continue domande.
Al suo rientro con il trattore, ogni giorno porta un fiorellino per la moglie.
- Nonna, premurosa e dolce, si preoccupa sempre che i nipotini siano ben coperti, che non prendano aria, che mangino bene, che abbiano fatto merenda, che siano puliti e che non corrano rischi.


- Margherita, la giovane maestra dei piccoli del villaggio, prende il suo lavoro molto seriamente ed è bravissima ad organizzare gite nel bosco alla scoperta della natura!

Come potete notare dalla descrizione dei personaggi, sono una splendida famiglia ricca di amore, di comprensione, di gioia e di educazione.
Personalmente amo lo stile di questo cartone la cui base riguarda il far comprendere al piccolo Tip eventuali errori grazie a piccoli stratagemmi, l'importanza delle regole, dell'educazione, del mantenere le promesse e del rispetto verso tutti.

I miei figli spesso alla fine del cartone riflettono riguardo ciò che hanno visto e anche tra di noi ne parliamo, io lo guardo con loro e in base a ciò che accade lo prendo come spunto per chiacchierare; "guardate, sta facendo proprio come voi.." oppure "caspita se è cocciuto...voi cosa ne pensate?" e sia Giorgia (7 anni) che Gabriele (quasi 5 anni) sono estremamente interessati ai vari argomenti... Mattia (10 mesi) invece si limita a ballare con la sigla.
Dato che nel gruppo collegato a questo blog parliamo anche di moda, come non citare lo splendido look della mamma e della nonna, sempre eleganti, curate e impeccabili; anche papà e nonno ma lo stile delle donne di casa lo adoro.

Quando sono insieme, trasmettono un forte senso della famiglia, cosa che ad oggi è raro trovare, per noi cristiani questo cartone può essere ottimo da far vedere ai bambini.



È ben educato e gentile, ma qualche volta, quando qualcosa lo fa arrabbiare si mette a fare i capricci...  quanti dei nostri bambini non lo fanno???
proprio come loro non vuole andare a letto, non vuole lavarsi i denti, non vuole che la mamma vada via quando lo accompagna a ginnastica...
Ovviamente niente di grave, alla sua età tutti lo fanno! La cosa importante è capire perché si sta sbagliando e sapere chiedere scusa e, subito, torna l'armonia.
Il cartone lo fanno tutti i giorni alle 12,45 su Rai YoYo e sono due puntate per un totale di circa 15 minuti.
Ho scoperto inoltre che questo cartone è tratto da una collana di libri scritta da Anna Casalis edita da Giunti Editore pubblicata nel 2003 ed ha avuto un enorme successo.


Buona visione!
Cristina


domenica 2 aprile 2017

Un percorso d'amore verso Dio (parte 4)

Buonasera a tutte,
per prima cosa mi scuso di cuore per aver saltato una settimana ma con troppi impegni ammetto di essermi resa conto solo mercoledi che non avevo pubblicato la quarta parte di questo percorso.
Prendiamola come una settimana in più per poter proseguire l'impegno di due settimane fa, dato che era piuttosto importante direi di continuare con l'impegno di ricordarsi di bere acqua a ringraziare il Signore anche per questa e le prossime settimane.
Questa settimana invece ci baseremo come sempre sul vangelo della domenica, in questo caso la Parola ci parla di Lazzaro e della sua risurrezione.
Gesù è la "risurrezione e la vita", chi crede in lui ha già una parte di questi doni della fine dei tempi; possiede una “vita senza fine” che la morte fisica non può distruggere. 
In Gesù, la salvezza è presente, e colui che lo segue non può più essere consegnato alle potenze della morte. 
Nel vangelo di domani (Gv 8,1-11) invece Gesù dirà “Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più”.
In sintesi il male è male, il peccato è peccato, nessuno nega tutto ciò, ma l’uomo è chiamato costantemente alla santità. 
Come esseri umani dobbiamo continuamente operare in sé il passaggio dall’uomo vecchio, (peccatore), all’uomo nuovo, rigenerato dall’acqua e dallo Spirito.
Entrambi i vangeli parlano di un cambiamento, nel primo una risurrezione, una nuova vita ... nel secondo si richiede il passaggio da una vecchia vita sbagliata ad una nuova che porti alla santità cui tutti dovrebbero aspirare.
Questi due brani mi hanno dato lo spunto per il "compito" di questa quinta settimana di quaresima, ovvero un nostro cambiamento.
Non mi riferisco ad un qualcosa di interno, anche perchè credo che tutte noi lo facciamo ogni giorno in quanto cristiane; mi riferisco ad un cambiamento esterno.
Per questa settimana, prendendo come base anche la lista che dovreste aver fatto ogni settimana riguardo ciò che vi piace e non vi piace del vostro corpo (l'avete fatta vero???? ;) ), valorizzatevi!!!
Non intendo nulla di esagerato, semplicemente valorizzate ciò che preferite per rispecchiare al meglio la vostra gioia nel trasmettere il vostro essere cristiane.
Il Vangelo va portato agli altri con gioia, l'annuncio della vita eterna è qualcosa di speciale e non credo sia credibile farle spiegarlo se siamo tristi, chiuse in noi stesse, "trasandate" (passatemi il termine per favore).
Il tutto ovviamente tenendo conto che a mio avviso si deve rispecchiare all'esterno ciò che siamo all'interno, coerenza in primis.
Se dentro siamo piene di gioia e felicità per ciò che Gesù ci promette, allora anche fuori dovremo rispecchiare tutto questo, con un bel sorriso curato, mostrandoci curate e positive.
L'abito non fa il monaco ma se vedi qualcuno annunciare il vangelo con il broncio e trasandato trasmette in modo diverso rispetto ad uno sorridente e curato.
Ricordate che la vanità non deve però entrare nella vostra mente, perchè un conto e valorizzarsi e curarsi, altro è esagerare e fre tutto solo per apparire.
Buon percorso!
un caro abbraccio.


giovedì 30 marzo 2017

Solennità dell'Addolorata (la Madonnina)

Buon pomeriggio,
oggi voglio raccontarvi la storia della "Madonnina" del mio paese (dove ho vissuto fino a 18 anni) a cui sono piuttosto legata.
Sabato 25 marzo si è svolta a Leffe l' "intronizzazione" della Madonnina, ovvero in simulacro viene posizionato sul trono processionale grazie ad un particolare argano realizzato nel 1977.
In quel giorno si svolge un particolare rito che apre la novena di preparazione alla solennità dell'Addolorata che ricorre sempre la 5° domenica di Quaresima, (quindi festa mobile).
Durante questa cerimonia viene recitata la "Corona, una forma di preghiera che prevede la ripetizione di 7 Ave Maria dopo ogni "dolore" della Madonna.

La pietà lignea fu scolpita alla fine del 1600 nella bottega di Grazioso e Andrea Fantoni di Rovetta.
Rappresenta Maria Addolorata, con il cuore trafitto da 7 spade, sorregge Gesù dopo che è stato tolto dalla croce.
La storia è curiosa poichè in realtà inizialmente non era destinata a Leffe,  il carro che trasportava la statua era trainato da un asilo, il quale si fermò proprio all'entrata del paese e non ci fu modo di spostarlo, per questo motivò restò a Leffe e i leffesi ne sono cosi devoti e sono molto legati a questa festa.
Nel 1959 il Vescovo di Bergamo,  mons. Giuseppe Piazzi, fissò sulla Madonnina la corona aurea creata da Attilio Nani e segno della consacrazione delle comunità leffese “al cuore immacolato e trafitto della Vergine Addolorata”.
La corona fu benedetta il 7 maggio del 1959 da Papa Giovanni XXIII, salito solo pochi mesi prima al soglio pontificio.
Papa Roncalli aveva ricevuto in  dono dai bergamaschi una preziosa tiara, pure realizzata dallo scultore Nani.
Il nome “Madonnina” cui tutti a Leffe legano la statua dell’Addolorata, fu coniato probabilmente per la piccola statua  in cotto, precedente quella del Fantoni, ancor oggi conservato in chiesa.
Domenica 2 aprile invece si svolgerà la tanto attesa processione, dove la statua verrà portata in giro per il paese sperando nel bel tempo.

Per l'occasione le case espongono già dall'intronizzazione uno stendardo che raffigura la Madonnina mentre qualche giorno prima della processione le case saranno addobbate con dei drappi rossi.

Nella prima foto potete vedere l'argano con cui viene fatta scendere la statua, mentre nella seconda foto è posta sul trono processionale.
Nella terza foto è portata in processione.




Domenica spero di riuscire a fare qualche foto, ovviamente se la processione si farà poichè le previsioni non sono delle migliori, noi in qualsiasi caso saremo  dai suoceri a pranzo.
Un caro abbraccio

mercoledì 22 marzo 2017

San Giuseppe, pensaci tu!


il nostro San Giuseppe Dormiente

Ecco che finalmente riesco a scrivere il piccolo post riguardo San Giuseppe, con solo due giorni di ritardo rispetto al previsto e rispetto al calendario liturgico.
(quando il 19 capita di domenica la priorità va alla quaresima quindi a livello liturgico San Giuseppe si celebra il giorno successivo)
Non sto a descrivervi la storia di questo Santo poichè credo sia ben noto, è lo sposo di Maria, il padre terreno di Gesù!
Vi riporto solo una piccola citazione che ho scovato lo scorso anno e che amo:

"Fu allora che le dicesti tremando: «Per te, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria. Purché mi faccia stare con te». Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. Hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condivi­dere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore"


San Giuseppe, richiama la "festa del Papà", giorno in cui si festeggiano tutti i papà per ciò che fanno per la famiglia e i figli, giorno di lavoretti, poesie, pensierini, magari di chiamate o messaggi anche a quei papà che purtroppo si dimenticano dei propri figli, si, anche a loro perchè come mi dice sempre il mio confessore : "nonostante tutto, i genitori vanno sempre ringraziati per il dono della vita, senza di loro noi non saremmo qui, quindi anche se sei arrabbiata ricordati che tu ora senza di loro non saresti qui"

Parlando di pensierini per i papà, i miei figli hanno fatto il lavoretto per il loro papà, hanno recitato le poesie, con il mezzano sono andati all'asilo alle 17,30 per un aperitivo insieme.
Tutto bellissimo, bimbi felicissimi, marito commosso per la recita delle poesie domenica mattina ma... c'è un ma.. il regalo che ho deciso di aggiungere non è arrivato in tempo!
No è arrivato in tempo per il calendario classico, ma è arrivato lunedi giusto in tempo per la festa secondo il calendario liturgico!
Cosa avrò mai regalato a mio marito?
Niente cioccolatini o vestiti o chissà cos'altro, ma... il San Giuseppe Dormiente!
Scoperto tempo fa perchè ne aveva parlato Papa Francesco, non ho mai approfondito la storia ma so che diciamo... "pensa ai nostri problemi e preghiere" mentre dorme; parlando poi in un gruppo di mogli e mamme cattoliche ho preso l'idea di regalarlo proprio per questa occasione.
Non  è la statua che ha il Santo Padre, questa è più piccina acquistata sul sito delle "Paoline", anche per motivi di spazio.
Come spiega anche il Santo Padre, lui affida le preghiere e i pensieri scrivendoli su di un bigliettino poi lo mette sotto la statua in modo che affidi ciò a San Giuseppe.
Vi riporto le sue parole:
"«Vorrei anche dirvi una cosa molto personale. Io amo molto san Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme.E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo.E quando ho un problema, una difficoltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per questo problema!».Con queste parole, il pomeriggio del 16 gennaio 2015, Francesco, di fronte alle famiglie riunite nel «Mall of Asia Arena» di Manila, ha parlato della sua devozione a san Giuseppe."
Non sapevo ci fosse una certa distinzione tra le varie statuette quindi l'ho semplicemente acquistata in un sito conosciuto, ho scoperto successivamente che acquistando la statuetta come quella di Papa Francesco nel 2015 il ricavato avrebbe finanziato la costruzione di un orfanotrofio in Burkina Faso tramite l'associazione Coletta.
Non ho però trovato info sul sito dell'associazione per capire se questa vendita benefica è ancora attiva o meno, però potete scrivere ad info@associazionecoletta.it

In Italia è da un paio di anni che c'è, prima il culto di questa statuetta era principalmente nelle Filippine.
L'ho trovato un regalo semplice ma ricco di significato, lo ha apprezzato moltissimo e messo subito sul comodino.

Perchè proprio "Dormiente"? 
C'è un significato evangelico poichè è proprio mentre dorme che Giuseppe riceve i messaggi dal cielo che lo tranquillizzano riguardo la fedeltà di Maria, è sempre nel sogno che gli viene detto come chiamare il bambino, ancora in sogno viene avvisato delle intenzioni di Re Erode.

Un'altra specifica invece per quanto riguarda la classica immagine del Santo con il Bambino in braccio :
 <<Il Bambino in braccio che sottolinea il ruolo paterno di Giuseppe e i doveri di protettore e custode. I colori dei vestiti: in genere la tunica viola indica la resurrezione eterna, il mantello giallo l’unione dell’anima a Dio. Infine c’è il giglio. È il simbolo di purezza e verginità. E richiama i gigli del campo citati nel Vangelo di Matteo come segno di totale affidamento a Dio, come fece Giuseppe accettando Maria incinta dello Spirito Santo.>>
Non serve per forza attendere la festa del papà per fare un regalo come questo, va bene in ogni occasione.
La nostra è piccola, i biglietti potrebbero non starci quindi prenderemo un piccolo quadernetto  e lo metteremo sotto come piccolo materasso.
Vi saluto con la preghiera per San Giuseppe e il link per acquisto.

O San Giuseppe, la cui protezione e così grande e così forte, così immediata dinanzi al trono di Dio, ripongo in te tutti i miei desideri.O San Giuseppe assistimi nella tua intercessione potente e ottieni per me tutte le benedizioni spirituali attraverso tuo figlio adottivo, Gesù Cristo nostro Signore, affinché essendomi rimesso al tuo potere terreno, io possa offrirti il mio ringraziamento e omaggio.O San Giuseppe non mi stanco di contemplare te e Gesù dormiente nelle tue braccia, non oso avvicinarmi a te mentre lui riposa vicino al tuo cuore. Tienilo stretto in mio nome e bacia il suo tenero capo per me e chiedigli di ricambiare questo bacio quando emetterò il mio ultimo respiro. Amen.


Un caro abbraccio e al prossimo post.
Statuetta di Papa Francesco

domenica 19 marzo 2017

Un percorso d'amore verso Dio (parte 3)

Buonasera,
siamo alla terza settimana, questa volta puntuale! Oggi è arrivata l'ispirazione e ne ho approfittato.
Spero che le precedenti abbiano portato qualcosa di positivo, nel frattempo potete anche raccontarci le vostre sensazioni, le vostre difficoltà, mancanze, progressi e successi.
Prima di tutto continuate con le due liste della scorsa settimana.
Questa settimana prenderemo spunto dal vangelo della Samaritana letto questa domenica.
Già nella prima lettura si parla del tema che ci accompagnerà per i prossimi 7 giorni, l'acqua.
Es 17,3-7 "Dacci acqua da bere."
Mentre nel vangelo di Gv 4,5-42 "Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna."
[...]Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». [...]
L'acqua è fondamentale per vivere, possiamo restare giorni senza cibo, ma senza acqua la situazione diventa tragica.
L'acqua di cui parla Gesù nel vangelo non è quella concreta che scorre nei fiumi, o che mettiamo in tavola ma è qualcosa di ben più profondo.
Non sono cosi esperta in merito a spiegazioni precise quindi solitamente oltre ad ascoltare per bene l'omelia faccio anche ricerche e condivido con voi una spiegazione semplice, trovata sul sito del monastero di Bose, che mi è piaciuta:
<<Gesù le annuncia l’inaudito, l’umanamente impossibile: c’è un’acqua da lui donata la quale, anziché essere attinta dal pozzo, diventa fonte zampillante, acqua che sale dal profondo. Bere l’acqua da lui donata significa trovare in sé una sorgente interiore: quest’acqua è lo Spirito effuso da Gesù nei nostri cuori (cf. Gv 7,37-39; 19,30.34), Spirito che zampilla per la vita eterna, che nel cuore del credente diventa “maestro interiore”.>>
Per fare qualcosa a livello pratico però utilizzeremo l'acqua vera, non so voi ma personalmente spessissimo mi dimentico di bere nell'arco della giornata, e la cosa non è positiva, l'organismo ne risente e con il tempo si rischiano conseguenze non proprio piacevoli, mentre quando mi impegno e bevo di più mi rendo conto dei benefici.
Ecco, l'impegno di questa settimana è di bere più del solito, mettete una sveglia sul telefono per ricordarvelo, esistono applicazioni per tenere segnato quanto uno beve etc...
Ma non solo questo, quando beviamo dobbiamo ringraziare il Signore per il dono della vita, per averci create e chiedendo di inondare i nostri cuori di quell'acqua viva che è puro amore.
Buona settimana a tutte.
Un caro abbraccio.

martedì 14 marzo 2017

Un percorso d'amore verso Dio (parte 2)

Buonasera a tutte!
eccoci (in ritardo) con la seconda parte di questo cammino.
Essendoci meno giorni a causa del mio ritardo nella pubblicazione, il compito sarà più semplice ma... c'è un MA.... avrete in aggiunta un compito che sarà semplice solo all'apparenza.
Domenica il vangelo parlava della Trasfigurazione:
<<E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce>>, il nostro sacerdote spiegò questo passo ai bambini con un esempio semplicissimo, ovvero di immaginare l'espressione del loro volto quando nel giorno del loro compleanno ricevono una sorpresa inaspettata e stupenda, ecco, a mio parere (non essendo sacerdote) il luccichio di gioia che appare negli occhi in quel momento è solo una piccola parte della meraviglia vissuta sul monte da chi era con Gesù.
Quella luce magari anche se fioca l'abbiamo durante la giornata ma svanisce per molte nel momento in cui ci guardiamo allo specchio e vediamo in noi, non quella creatura tanto amata da Dio, ma una persona piena di difetti e spesso indegna di quell'amore tanto grande...
Lo scopo del percorso e di imparare ad amarci come Dio ci ama e per farlo dobbiamo prenderci cura di noi stesse.
La scorsa settimana abbiamo lavorato sul viso e spero che siate riuscite a fare qualcosa, questa settimana vi chiediamo di dedicare un giorno allo scrub a braccia e gambe (se volete ho anche una ricetta per farlo in casa :) ) poi applicate ogni giorno una crema in base alle vostre esigenze, quindi se avete bisogno di idratare ne mettete una apposita, se volete una anti-cellulite metterete quella etc...
Ovviamente tutto questo serve per voi stesse, per sentirvi meglio e in ordine, con lo scrub salutiamo le cellule morte cosi come salutiamo il nostro modo di vederci piene di difetti.
Ecco invece il compito difficile che ci accompagnerà ogni settimana, la lista di ciò che ci piace e non ci piace di noi.
Prendete un foglio, lo dividete a metà e scrivete da un lato cosa vi piace di voi mentre dall'altro cosa non vi piace, il tutto mentre vi guardate allo specchio (possibilmente in intimo e non vestite, cosa che per molte è difficile fare)
Ogni settimana farete questa lista senza guardare quella precedente; al termine del percorso riprendendo tutte le liste vedrete se sarà cambiato qualcosa.
Vi auguro un buon percorso e per qualsiasi cosa scrivete di seguito o in privato.
Nel frattempo vi metto il link della scorsa settimana in modo che possiate avere un promemoria.
un caro abbraccio
Cristina e Maria.
(la scorsa settimana.. http://mammacattolica.blogspot.it/…/un-percorso-damore-vers… )



venerdì 10 marzo 2017

Le razionali Tentazioni

Buon pomeriggio,
oggi voglio parlavi di un argomento con cui ho "litigato" per anni, le "tentazioni", non perchè per me fosse eccessivamente difficile resistervi ma per un altro motivo, non credevo potesse esserci realmente lo zampino di S.(satana per intenderci); semplicemente pensavo fosse tutto troppo esagerato per credere a queste cose...
Quando leggevo frasi come "eh, attenta, sarà colpa del demonio, ci mette sempre lo zampino" sinceramente sorridevo senza darvi troppo peso, pensavo che certe persone semplicemente vedessero il demonio pure nell'acqua gassata.
Nel mio cammino di conversione ho sempre e comunque messo al primo posto la risposta razionale, è più forte di me, cosi come quando seguivo altre vie religiose tra cui il paganesimo, durante le celebrazioni credevo ben poco a ciò che gli altri mi raccontavano riguardo ciò che provavano durante il cerchio etc. io e mio marito ci guardavamo e ridevamo.
Quindi per me le tentazioni non venivano proprio da S. ma semplicemente le trovavamo sul cammino e dovevamo resistervi perchè doveva essere cosi.
Non vi dico quanti anni ho trascorso in questo modo!
Poi un bel giorno ho provato a riflettere riguardo molti avvenimenti della mia vita, episodi che mi hanno messa molto alla prova, cambi di programma che pensavo io stessa perchè magari "non avevo voglia" di fare qualcosa e poco alla volta ho provato a chiedermi:
" e se queste cose fossero veramente tentazioni di S.?"...
"e se effettivamente le sue tentazioni non fossero nulla di eclatante o soprannaturale ma siano semplici <cambi di programma> che decidiamo noi?"
"e se ci fosse una semplice risposta razionale senza cercare chissà quale cosa strana?"
Ecco, queste semplici domande, hanno iniziato a tartassarmi, soprattutto quando accadevano episodi banalissimi che mi allontanavano da qualcosa di bello a causa della pigrizia, non voglia di andare e simili.
Da bambini non è che sappiamo bene come funzionino queste cose, ce le spiegano, poi per chi  come me si allontana dalla chiesa vengono un pò rimosse o esse in un cassettino della memoria molto lontano e spesso sono proprio fonte di ulteriori punti a cui aggrapparsi per andarsene dalla chiesa pensando che sono tutti pazzi e credono a chissà quale entità paurosa.
Partiamo dalla definizione di "tentazioni" presa dal vocabolario Treccani:
tentazióne s. f. [dal lat. temptatio -onis, der. di temptare «tentare»]. – 1. Nella teologia cattolica, l’azione e il fatto di tentare o di venire tentato al peccato, intesa sia come prova a cui l’essere libero viene sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla legge morale e religiosa, sia come stimolo o invito a compiere azioni moralmente cattive: t. di Gesù Cristo, nei vangeli sinottici, l’episodio in cui Cristo è tentato da Satana; le t. di s. Antonio nel desertole t. di Buddadi Zarathustradi Maometto. Con valore soggettivo, la condizione di chi è tentato, cioè l’esperienza del soggetto religioso che subisce l’attrazione di una condotta contrastante con gli ideali della propria religione

In sintesi qui si parla di compiere azioni che vanno contro la legge morale e religiosa, e compiere azioni moralmente  "cattive", quindi viene considerato solo tutto ciò che è inerente ad un'azione negativa e che porta a conseguenze spiacevoli.
Ho sottolineato la parola "solo" per un motivo ben preciso poichè nella cerchia delle tentazioni citate trovo un certo limite, si parla di avere una "condotta contrastante con gli ideali della propria religione", ma secondo un mio pensiero, le tentazioni non sono solo per forza azioni negative o in contrasto con la mia fede, posso anche essere azioni che io reputo banali e senza conseguenze che se guardate con razionalità tolgono una possibile crescita personale.
Credo che con gli esempi si possa capire meglio ciò che intendo, poi magari io le vedo come tentazioni mentre voi no per cui non prendete per oro colato ciò che dico, semplicemente mi baso su vari ragionamenti fatti negli anni.
S. attraverso le tentazioni fa in modo che noi ci allontaniamo da Dio, ci porta a cedere ad azioni che inizialmente sono positive ma vanno a discapito di qualcuno per cui sono azioni contro la nostra morale e fede, non solo questo però ci può allontanare da Dio, ci sono anche cose che semplicemente non ci fanno evolvere spiritualmente e anche quelle secondo me derivano dalle tentazioni.
Ora passiamo veramente a due esempi altrimenti diventa un poema più che un post..

Esempio 1: in parrocchia da noi una sera alla settimana fanno la catechesi degli adulti, la fanno due volte all'anno, da 3 anni vorrei andarci ma la pigrizia spesso prende il sopravvento, oppure una volta in cui ero convinta di andarci, mio marito è tornato tardi dal lavoro perchè ha beccato ben due incidenti in autostrada (proprio quella sera) quindi nonostante è arrivato qualche minuto prima dell'inizio, io decido di non andare perchè sarei arrivata in ritardo.
Voi in questo non ci vedete una tentazione? non pensate che la pigrizia sia stata una tentazione? in questo caso non ho fatto nulla contro la morale e contro la fede essendo incontri non obbligatori ma ho mancato un'occasione per avvicinarmi a Dio e ne ho avuto la conferma ieri, perchè si, ci sono andata!!! nonostante la voglia di restare a casa ci fosse, ma... pensando alla tentazione ho detto "non mi importa! ci vado e vedo come va!", risultato?? è stata un'ora splendida che mi ha aperto ancora di più il cuore e chissà quante cose mi sono persa in passato.
La stessa cosa vale per quando ho saltato gli esercizi spirituali, ma non sto a dilungarmi.

Esempio 2: discutiamo con nostro marito o fidanzato, pensiamo a tutti i costi di avere ragione quindi attendiamo che sia l'altro a scusarsi o ad iniziare il discorso per sistemare  la situazione, e ovviamente è sempre lui ad avere torto (la battuta ci stava alla grande XD ), noi continuiamo la nostra giornata senza problemi almeno all'apparenza e allo stesso tempo senza renderci conto che questa attesa ci allontana da nostro marito/fidanzato, dentro di noi sentiamo che dovremmo provare a fare il primo passo ma cerchiamo di cacciarla..
Ecco,questa secondo voi non è una tentazione? S. non ci vuole vedere uniti come coppia quindi ci fa allontanare quella vocina (che è Dio) che ci vorrebbe far riappacificare prima.
Le volte in cui ho ascoltato quella vocina ho avuto il raccolto più ricco, soddisfacente e pieno d'amore che potessi immaginare, poi ecco, non sempre avviene e la differenza c'è, e poi diciamola tutta, non è facile mettere da parte l'orgoglio e iniziare a chiarire se sappiamo che non è colpa nostra 😏

Prendo una citazione i Papa Francesco dell'11 aprile 2014 per dire un'altra cosa riguardo le tentazioni:


<<Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette ad un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica>>
In questo piccolo pezzetto c'è un altro esempio banale ricollegabile ai due precedenti, ovvero anche nel consigliare agli altri nel modo sbagliato, "lascia perdere, non andarci e goditi la serata a casa.." "hai lavorato tutto il giorno, hai bisogno di svagarti, ci andrai un'altra volta..." "ma no!! pechè dovresti iniziare tu a parlarci? è lui che ha sbagliato.."
Ecco, queste sono tutte tentazioni e il mezzo siamo noi, la tentazione cresce con il tempo, contagia e il mezzo possiamo essere noi, giustifica..."sarai stanco...stai a casa...sei tu che hai ragione..."
Sarò strana io, ma ci trovo una continua spiegazione razionale alle azioni di cui vi ho parlato fino ad ora.. e per razionale intendo  che ha una spiegazione logica, azioni con conseguenze a cui si trova una spiegazione effettiva.
Come conclusione cito ancora Papa Francesco sempre riguardo il discorso fatto l'11 aprile 2014:

«Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il principe di questo mondo – il diavolo – non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: “Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!”. Ma, guardate che il diavolo c’è! Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui».
Spero di aver creato un post utile ed almeno un pochetto interessante, ci ho messo qualche giorno ma credo ne sia valsa la pena.
Se avete altri esempi o domande scrivete pure nei commenti.
Se mai avrò altro da aggiungere creerò la "parte 2"
Un caro abbraccio
Cristina